Mozart versione estiva

Bruxelles: Il ratto dal serraglio per il Festival Midsummer Mozartiade

Il ratto dal serraglio
Il ratto dal serraglio
Recensione
classica
Théâtre des Martyrs à Bruxelles
Il ratto dal serraglio
30 Giugno 2019 - 07 Luglio 2019

Per Il ratto dal serraglio di Mozart, che ha chiuso la stagione di opere liriche a Bruxelles prima della pausa estiva, l’ambientazione è un credibilissimo mix di antico e moderno, con le guardie vestite all’orientale ma con le mitragliette invece dei pugnali ed il Pascià Selim entra in scena in un elegante completo giacca-pantaloni bianchi all’occidentale che potrebbe essere firmato da Armani. La produzione è  stato l’appuntamento principale della quarta edizione del Festival Midsummer Mozartiade, sempre con un ricco programma collaterale di recitals, concerti e conferenze di approfondimento, quest’anno, sul significato della fascinazione per l’Oriente nel Secolo dei Lumi. A interpretare l’opera di Mozart un cast di giovani cantanti professionisti che meritano la recensione, accompagnati dalla brava Orchestre Royal de Chambre de Wallonie diretta da David Miller. Il primo ad entrare in scena è Belmonte, il tenore belga Pierre Derhet che già si è fatto notare in tante produzioni belghe e francesi, bel timbro rotondo, canta con naturalezza senza apparenti forzature, buona proiezione del suono, solo ancora qualche difficoltà nelle chiusure e nella prese del fiato, ma davvvero un piacere ascoltare la sua bella voce e immaginare quello che potrà fare con un po’ più di perfezionamento ed esperienza. Belmonte è sbarcato in Turchia alla ricerca della sua innamorata rapita Konstanze, la soprano belga-uruguaiana Gianna Cañete Gallo, voce sottile ed un po’ nasale, ma poiché Konstanze nel libretto è spagnola il suo timbro qui gioca bene, bel piglio poi d’interprete, e buona tecnica con acuti luminosi pieni. L’altra coppia d’innamorati è formata dal tenore inglese William Blake, nei panni del servitore Pedrillo, e dal soprano Dorine Mortelmans in quello di Blonde, la cameriera inglese già un po’ femminista: entrambi perfetti per i rispettivi ruoli, buffi quanto basta, piacevolissimi grazie a voci morbide e ben impostate. Ma, si sa, grande protagonista di quest’opera è anche il cattivo Osmin che Mozart ha saputo rendere sublime, ed ad interpretarlo qui è il basso Shadi Torbey che forza in basso per raggiungere la profondità chiesta da Mozart, ma nella seconda parte dello spettacolo migliora notevolmente, ed i suoi occhi neri scintillano di rabbia, come quelli del bravo attore Parbet Chugh nella parte recitata di Selim che alla fine saprà però tramutare la sua ira in magnanimità. La messa in scena, che spinge con classe un po’ sull’erotico, è di Eric Gobin ed è la dimostrazione di come, anche con pochi mezzi, se si ha gusto ed intelligenza, si può realizzare un allestimento fresco e godibilissimo. 

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