L’umanità di Don Giovanni

Mariotti si congeda dal Teatro Comunale dirigendo Don Giovanni

Don Giovanni
Don Giovanni
Recensione
classica
Teatro Comunale di Bologna
 Don Giovanni
15 Dicembre 2018 - 23 Dicembre 2018

 Don Giovanni è l’ultima opera che Michele Mariotti dirige al Teatro Comunale di Bologna dopo undici anni di residenza, di cui quattro come Direttore Musicale, ed è proprio sul piano musicale che la produzione offre le maggiori soddisfazioni: Mariotti, al solito, riserva una lettura trasversale della partitura, allargando i tempi di un Mozart che nella sua bacchetta trova sfumature inedite (evidentissime, ad esempio, nell’aria di Don Ottavio Dalla sua pace). La regia – creata nel 2017 da Jean-François Sivadiere oggi ripresa da Rachid Zanouda, Federico Vazzola e Milan Otal – si avvale di una scenografia poco più che essenziale (Alexandre de Dardel) e di una serie di richiami metaforici i cui significati non sempre sono chiari. Ciononostante, gli interpreti riescono ad appropriarsi dei personaggi, ed a rendere esplicita l’altrimenti confusamente espressa idea registica: assiduo consumatore di droghe, e sempre più burlone all’aumentare degli effetti stupefacenti, il libertino (un turbinoso, inarrestabile, seducente Simone Alberghini) è il proprietario di un moderno teatro, mentre tutti gli altri sono attori suoi dipendenti che, entrando e uscendo dalle prove, vestono e svestono panni settecenteschi. In un contesto in cui è il capo, la sua superiorità gerarchica gli garantisce uno strumento di potere che il personaggio dapontiano solitamente non ha: il ricatto. Ed ecco che l’“ideale” dissoluto acquisisce tratti umanissimi, come quelli sempre attuali di un padrone che si arroga sui dipendenti (gravati dalla paura del licenziamento) diritti prevaricanti. Tale caratterizzazione si riflette e contagia i colleghi, che offrono letture dinamiche, intimistiche, a tratti erotiche e ricche di sfaccettature (molto efficace lo sviluppo del rapporto tra Zerlina e Masetto di Lavinia BinieRoberto Lorenzi). Il resto del cast – Stefan Kocan (Il Commendatore), Federica Lombardi (Donna Anna), Vito Priante (Leporello), Paolo Fanale (Don Ottavio) e Salome Jicia (Donna Elvira) – è ben assortito, sia per distinte qualità vocali, sia per presenza scenica. Le recite proseguiranno fino al 23 dicembre 2018.

 

 

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Nuova opera sul dramma dell’emigrazione

classica

Napoli: per il Maggio della Musica

classica

Al Theater Basel L’incoronazione di Poppea di Monteverdi e il Requiem di Mozart in versione scenica