"Sancta Susanna" è l'opera in un atto di Hindemith che Riccardo Muti non riuscì a dirigere alla Scala, coincidendo la sua programmazione con la rottura della sua collaborazione milanese. Dopo alcune esecuzioni in forma di concerto, Muti recupera oggi il progetto al Ravenna Festival, confermando il suo interesse per un compositore dai più negletto, ma cui ama periodicamente accostarsi nella convinzione che dietro a un artista per tanti aspetti spigoloso e scomodo si celi uno fra i più interessanti esponenti musicali della sua epoca. E quanto mai scomodo e crudo suona ancor oggi questo capolavoro del teatro espressionista, che Muti ha voluto accoppiare a una creazione coreografica del fido Micha van Hoecke ideata sulla suite orchestrale del più ampio balletto "Nobilissima visione". Tanto l'ispirazione francescana di questo rimanda a una spiritualità pura e ortodossa, quanto la crisi mistico-sessuale della monaca Susanna che sfoga col crocifisso le sue irrefrenabili pulsioni introduce nel teatro d'opera tematiche così scabrose da ostacolare per tutto il '900 la diffusione della partitura (una produzione romana del '78, con tanto di nudo integrale della suora, suscitò interrogazione parlamentare e scomunica per tutti i partecipanti). Il cattolicissimo Hindemith ebbe a rinnegare l’opera come un’intemperanza giovanile e l’interrogativo rimane allora aperto, se sia deontologicamente lecito rappresentare ciò che l’autore stesso ha disconosciuto. La partitura trova naturalmente in Muti un interprete di grande intensità, coadiuvato dalla figlia Chiara al suo debutto nella regia operistica con uno spettacolo altrettanto potente, giocato su effetti visivi di splendido effetto. Un particolare elogio a Vincent Longuemare, responsabile delle luci in entrambi gli spettacoli.
Note: Nuovo allestimento, coproduzione Ravenna Festival e Teatro dell'Opera di Roma