L’Italiana che viene dal freddo

Al Regio un Rossini "low cost", protagonista, dall'Alaska, il mezzosoprano Vivica Genaux

Vivica Genaux (Isabella). Foto Ramella & Giannese
Vivica Genaux (Isabella). Foto Ramella & Giannese
Recensione
classica
Teatro Regio
04 Marzo 2009
Debutta a Torino un nuovo allestimento dell’"Italiana in Algeri" ideato e realizzato con le sole forze interne del Regio e diretto con mano leggera da Bruno Campanella. Lo spettacolo lineare e senza tanti guizzi firmato da Vittorio Borrelli, primo direttore di scena del Teatro, evoca il pacato esotismo di una Alhambra in scala ridotta, circondata dal luccichio fisso del Mediterraneo, orizzonte, muro di cinta e ponte ideale che collega l’Italia delle belle donne scaltre all’Algeria degli uomini potenti sempre pronti e ben disposti a farsi abbindolare. Nel suo regale palazzo, più simile a un bagno turco che a un boudoir, il Mustafà di Lorenzo Regazzo spadroneggia per metà del tempo a torso nudo, con un asciugamano sui fianchi e ciabattine da hotel ai piedi, riuscendo tuttavia a conferire al suo personaggio un certa comica gravità cui fanno da contrappunto i caratteri ben centrati di tutti i coprotagonisti, dal Lindoro di Antonino Siragusa all’Elvira di Carla Di Censo. Un plauso particolare al Taddeo di Roberto de Candia, sempre perfettamente a suo agio nel ruolo vocale meno incline alle coloriture di tutta l’opera. Bella e brava Vivica Genaux, Isabella di spirito come si conviene, dotata di una voce vellutata sia pure non del tutto acconcia ad una sala da 1500 posti. Teatro pieno e pubblico contento alla fine, a confermare l’efficacia della linea artistica con cui la direzione ha scelto di reagire all’attuale e futuro stato di crisi, e che prevede un numero ristretto di grandi produzioni anche internazionali, e per il resto buoni spettacoli da rinsaldare in repertorio, da far girare e conoscere, perché l’opera diventi, se possibile, una buona abitudine e non solo un evento speciale.

Interpreti: Isabella, signora italiana contralto Vivica Genaux Anna Rita Gemmabella (5, 7, 10, 12, 14) Lindoro, giovane italiano, schiavo favorito di Mustafà tenore Antonino Siragusa David Alegret (5, 7, 10, 12, 14) Mustafà, bey d’Algeri basso Lorenzo Regazzo Carlo Lepore (5, 7, 10, 12, 14) Elvira, moglie di Mustafà soprano Carla Di Censo Elena Borin (5, 7, 10, 12, 14) Taddeo, compagno d’Isabella basso Roberto de Candia Christian Senn (5, 7, 10, 12, 14) Haly, capitano dei corsari algerini basso Alessandro Luongo Diego Matamoros (5, 7, 10, 12, 14) Zulma, schiava confidente di Elvira mezzosoprano Paola Gardina

Regia: Vittorio Borrelli

Scene: Claudia Boasso

Costumi: Santuzza Calì

Direttore: Bruno Campanella

Coro: Claudio Fenoglio

Luci: Andrea Anfossi

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Bologna: il nuovo allestimento operistico dell’Orchestra Senzaspine ha debuttato al Teatro Duse

classica

Successo per Beethoven trascritto da Liszt al Lucca Classica Music Festival

classica

Non una sorta di bambino prodigio ma un direttore d’orchestra già maturo, che sa quello che vuole e come ottenerlo