A Liegi un elegante Otello di Rossini

Dal 19 al 31 dicembre all’Opera di Liegi, il 6 gennaio al Palais des Beaux Arts de Charleroi

"Otello" di Gioachino Rossini - Liegi
"Otello" di Gioachino Rossini - Liegi
Recensione
classica
Opera di Liegi
Otello, ossia il moro di Venezia
19 Dicembre 2021 - 31 Dicembre 2021

Ottimi interpreti e scene eleganti: un successo annunciato, anche se tutto non è andato come previsto in questa nuova produzione di Otello, ossia il moro di Venezia di Rossini che l’Opéra Royal de Wallonie-Liége propone come ultimo titolo dell’anno. Innanzitutto sul podio avrebbe dovuto esserci il maestro Gianluigi Gelmetti che però, come si sa, ci ha lasciati prematuramente lo scorso agosto ed al suo posto è stato chiamato il direttore Maurizio Benini che a Gelmetti ha voluto dedicare lo spettacolo. La parte di Otello è stata poi affidata a Sergey Romanovsky ma ragioni di salute lo hanno infine fatto sostituire per le prime recite. Per la precisione, il tenore russo si è presentato in scena alla prima pur facendo annunciare le sue non perfette condizioni vocali, perché ci teneva ad assicurare lo spettacolo, ma dopo le prime frasi era chiaro per tutti che non avrebbe potuto continuare ed è restato a sostenere la parte scenica mentre la parte vocale è stata cantata da un altro russo, Anton Rositskiy, voce più chiara di quella di Romanovsky che con il suo timbro barinotaleggiante è più adatta per il Moro, ma davvero una piacevole sorpresa per bellezza di linea di canto e bravura. E cosi, anche se Romanovsky ha dovuto annullare di cantare anche per alcune successive rappresentazioni, lo spettacolo è in ogni caso assicurato in modo soddisfacente, forte anche degli altri tutti ottimi interpreti: Salome Jicia è una Desdemona intensa, appassionata, lacerata tra l’amore per Otello e quello per il padre, vocalmente inappuntabile; l’altro tenore russo del cast, Maxim Mironov, è un Rodrigo tutto in finezza; il basso Luca dall’Amico è un autorevole Elmiro, perfetto per la parte; il tenore catanese Giulio Pelligra è un Iago infido e spione cantato con giustezza; Emilia è la giovane, deliziosa, mezzo belga Julie Bailly.

"Otello" di Gioachino Rossini - Liegi
"Otello" di Gioachino Rossini - Liegi

La storia è stata attualizzata all’inizio del Novecento, la regia è dello spagnolo Emilio Sagi, un’unica scena per i tre atti (suddivisi qui in due parti con un solo intervallo) composto da un salone, dominato da una scala e grandi vetrate, che si riempie di volta in volta degli elementi scenici necessari all’avanzare dell’intrigo. E così, ad esempio, nel finale Desdemona si addormenta non nel suo letto ma in una dormeuse e muore strangolata sulle scale. Scene, firmate da Daniel Bianco, che funzionano, anche se non si capisce bene, visto che nessuno sta per partire, il perché ad un certo punto delle valigie e dei mobili coperti dai lenzuoli bianchi; ed il gioco con la testa del busto appena inaugurato del condottiero lo si poteva evitare perché non fa ridere nessuno. Ma lo stile, quello di una raffinata operetta d’inizio Novecento, è nel complesso assai gradevole, sensazione accentuata anche dai bei costumi, abbastanza fedeli alla moda dell’epoca, firmati da Gabriela Salaverri. Da citare anche i curati giochi di luci di Eduardo Bravo che a tratti danno l’impressione di assistere ad un vecchio film muto e che, nel finale, ben suggeriscono la tempesta di tuoni e fulmini che si scatena. Curiosamente non c’è alcun riferimento a Venezia, l’elegante salone potrebbe essere ovunque in Europa, anzi più che sul mare sembra di essere in una località montana, se non fosse per il sopravvenire della canzona del gondoliere, cantata con la necessaria malinconia da Pierre Derhet.

"Otello" di Gioachino Rossini - Liegi
"Otello" di Gioachino Rossini - Liegi

Bravissima Salome Jicia in una curatissima e struggente Canzone del salice, così come prima era stato esaltante il terzetto Rodrigo, Otello, Desdemona “Ah vieni”. L’orchestra invece all’inizio appare un po’ sfocata  e stessa l’impressione del coro, poi per entrambi la resa si fa più precisa e compatta, con crescendo ben controllati. Direzione musicale, così come regia, nel complesso piuttosto tradizionali ma che garantiscono uno spettacolo soddisfacente sia musicalmente che visivamente. Tanti calorosi applausi finali per tutti, anche se in sala non ci posso essere più di duecento persone in base alle attuali normative sanitarie vigenti in Belgio.

 

Dal 19 al 31 dicembre all’Opera di Liegi, il 6 gennaio al Palais des Beaux Arts de Charleroi.

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