Le calme colline ECM

Sulle colline di Fiesole il festival "jazz" ECM diretto da Stefano Bollani: una foto di gruppo del raffinato e contemporaneo catalogo dell'etichetta di Manfred Eicher, che sta per conmpiere 40 anni

Recensione
classica
Vivere Jazz Festival Fiesole
01 Luglio 2007
L'Estate Fiesolana – festival nel Teatro Romano che celebra quest'anno la sua sessantesima edizione – ha affidato la direzione artistica di Vivere Jazz Festival al pianista Stefano Bollani, che è entrato nella scuderia della etichetta ECM, creatura del bavarese Manfred Eicher, che ha pubblicato il suo primo disco nel 1969, quasi 40 anni fa. Bollani ha voluto fare un festival "jazz" in un'era in cui i critici jazz più severi ritengono che di jazz non ce ne sia più (dopo il primo Coltrane e il primo Davis). E un festival tutto ECM, quando ECM per definizione è una etichetta senza etichette e senza definizioni accettate. Così, passeggiando tra le conversazioni con Misha Alperin e Stefano Battaglia, Roberto Masotti e Tim Kotovich, dando una occhiata alle gloriose copertine vintage dei primi padelloni long playing della ECM anni Settanta (ah, i nostri teneri vent'anni in avanscoperta!), ascoltando i concerti di Battaglia, Alperin, Rava, Garbarek, si entra davvero in un clima di bella estate, tra meravigliose boccaccesche colline, e acustica e sonorità eleganti (cosa certo non garantita, all'oggi), ben confezionate, serene, calmanti, colte, contemporanee. Il Pasolini di Battaglia è classico e pacificato, gli omaggi di Rava sono innervati dal talento spettacolare del batterista Gatto e del trombonista Petrella, e il pianismo solitario e crepuscolare di Alperin sta un po' tra il Musorgskij più pazzerello e il de Hartmann che metteva nero su bianco le reminiscenze metafisiche di Gurdijeff. Garbarek, sessantenne, ormai è una limousine sontuosa anti-intrusione, sinfonica, elettronificata, cinematografica, e ai 700-800 spettatori carini che sono saliti qui a prender fresco da Firenze parve la cosa più bella del mondo.

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