L’amore lucido di Faust

L'opera di Gounod nella visione fuori dal tempo di Stefano Poda.

IM

04 giugno 2015 • 2 minuti di lettura

Teatro Regio Torino

Charles Gounod

03/06/2015 - 03/06/2015

Torna il Faust di Gounod sulla scena torinese, bellissima sorpresa di fine stagione. La regia visionaria di Stefano Poda porta la vicenda in un non-luogo di grande forza simbolica, dominato da un enorme anello semovente che sovrasta i personaggi quasi a ricordare la finitezza – e piccolezza – delle loro vite al confronto con l’indeterminato, il sovrannaturale, l’imponderabile che fa ad esse da sfondo. Nulla resta fisso in questo impianto scenico, dove tutto – luci, quinte, pareti, prospettive – muta in continuazione, seguendo con sensibilità l’evolversi dei casi e l’inarrestabile precipizio che attende gli innamorati. Gounod ha fatto del troppo umano rapporto tra Faust e Marguerite il fulcro della vicenda, arrestandosi di fronte agli abissi filosofici dell'originale goethiano: ma non per questo l'opera manca di profondità, o di spessore. Alcune idee di semplice eleganza sono sufficienti a sbalzare i caratteri, interpretati con partecipazione e aderenza al ruolo da Charles Castronovo (Faust), Irina Lungu (Marguerite) e Ildar Abdrazakov (Mefistofele). Come il disco su cui il diavolo viene issato a braccia da una folta compagine di figuranti, o il cappotto, prima acceso di ghirlande e poi sfiorito e secco, che indossa la ragazza. Da godere dall’inizio alla fine l’esecuzione dell’orchestra guidata con mano autorevole da Gianandrea Noseda, puntuale nella concertazione e sempre attentissimo agli equilibri tra fossa e palco, capace di strappare accenti di lucida e struggente verità soprattutto nel meraviglioso terzo atto, che pare fatto apposta per mettere in risalto la bellezza e la perfetta complementarità delle voci dei due giovani protagonisti. Caldo e vivo successo al termine di tre ore e mezza di spettacolo intelligente, evocativo, compatto, senza un attimo di noia.

Interpreti: Charles Castronovo, Ildar Abdrazakov, Irina Lungu, Vasilij Ladjuk, Ketevan Kemoklidze, Samantha Korbey

Regia: Stefano Poda

Scene: Stefano Poda

Costumi: Stefano Poda

Coreografo: Stefano Poda

Orchestra: Orchestra del Teatro Regio

Direttore: Gianandrea Noseda

Coro: Coro del Teatro Regio

Maestro Coro: Claudio Fenoglio