La voce di Vivica Genaux illumina il Vivaldi de Il pomo d'oro

Successo a Reggio Emilia per il mezzosoprano statunitense e l’ensemble guidato da Federico Guglielmo

Vivica Genaux e Il pomo d’oro (Foto Alfredo Anceschi)
Vivica Genaux e Il pomo d’oro (Foto Alfredo Anceschi)
Recensione
classica
Reggio Emilia, Teatro Valli
Vivica Genaux e Il pomo d’oro
22 Gennaio 2020

Che le Quattro stagioni vivaldiane siano una delle pagine più celebri e frequentate del repertorio barocco è naturalmente cosa nota e scontata, così come è ormai consuetudine vedere i primi quattro concerti de Il Cimento dell’Armonia e dell’Invenzione op. VIII innestati in programmi dall’impaginato più o meno originale.

Così è stato anche l’altra sera a Reggio Emilia dove, ospitato nell’ambito della stagione concertistica della fondazione I Teatri, è salito sul palcoscenico del Teatro Valli l’ensemble Il pomo d’oro, compagine fondata nel 2012 – e guidata in questa occasione da Federico Guglielmo (violino e direzione) – impegnata nel recupero un’interpretazione storicamente informata eseguita su strumenti d'epoca.

Una formazione, il cui nome si ispira all’omonima opera di Antonio Cesti composta nel 1666, che si inserisce quindi nel variegato filone orientato all’indagine di prassi esecutive antiche attraverso un approccio filologico alla pagina musicale, e che ha proposto in questa occasione una lettura segnata da una scelta di tempi stringati, timbricamente plasmati attraverso decise contrapposizioni dinamiche. Un dato che ha connotato in maniera coerente l’intero programma, assecondando il virtuosismo solista di Federico Guglielmo, il cui violino ha restituito una lettura nel complesso interessante per personalità interpretativa, specie a confronto con i caratteri del Concerto in fa maggiore “L’Autunno” e del successivo in fa minore “L’Inverno”.

Un percorso di ascolto, quello rappresentato da questo programma titolato Vivaldi, le stagioni dell’anima, che ha trovato inoltre un significativo valore aggiunto negli interventi della bella voce di mezzosoprano di Vivica Genaux. Alternate ai diversi movimenti strumentali, le interpretazioni della cantante statunitense hanno proposto una selezione di brani nei quali il suo personalissimo virtuosismo ha potuto esprimersi attraverso differenti sfaccettature, passando dal carattere vivace de “Quell’usignolo che innamorato” da Il Farnace, all’atmosfera più distesa di “Sileant Zephyri” da Filiae maestae Jerusalem, o ancora restituendo un’intensa lettura de “Come in vano il mare irato" da Catone in Utica, fino ad arrivare a “Gelido in ogni vena” da Il Farnace, una delle interpretazioni più efficaci dell’intera serata.

Un fascino, quello scaturito dalla voce e dalla presenza scenica della Genaux, che ha ammaliato il pubblico presente, generoso di applausi rivolti a tutti gli artisti impegnati e che è stato a sua volta premiato da alcuni brani fuori programma, compresa una trascinante interpretazione di “Agitata tra due venti” da Griselda, pagina che ha confermato ancora una volta il bel successo della serata.

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