La scomparsa, il sonno, l'assenza

L' Opera per musica e film di Roberto Andò e Marco Betta ha per soggetto l'assenza: i casi di cronoca di persone scomparse improvvisamente e il quotidiano passare dalla veglia al sonno sono due aspetti di questo misterioso assentarsi dal mondo. Le immagini filmate affiorano e scompaiono senza apparente ordine logico, mentre nella musica continuamente affiorano e spariscono ricordi e citazioni: tutto come in un sogno.

Recensione
classica
Teatro Massimo V. Bellini Catania
Marco Betta
22 Settembre 2006
Il titolo allude a sette episodi di persone scomparse nel nulla, cui non si è mai riusciti a dare una soluzione. Episodi come questi hanno sempre qualcosa di metafisico, facendoci avvertire, magari inconsciamente, quanto sottile e labile sia il confine tra esserci e non esserci. Per questo Andò li accosta al sonno, che ogni giorno ci fa compiere un passo simile, che ci porta ad assentarci dal mondo. Il soggetto corre dunque su deu binari ma tende a una profonda unità. Impresa tanto preziosa quanto ardua, ma ideale per una lingua sfuggente, indeterminata, inafferabile ma infinitamente suggestiva come la musica. E la musica di Betta è estremamente semplice, quasi impalpabile, ma bellissima. L'autore l'ha definita "sinfonia di suoni e voci divisa in un'ouverture e sette movimenti". Si pensa a Mahler, sebbene di mahleriano apparentemente non ci sia nulla, al di fuori della durata: eppure sono in senso lato mahleriani sia l'idea d'un viaggio guidato dalla memoria e dall'inconscio a ritroso nel tempo e nell'anima, sia il continuo affiorare di canti popolari, rielaborati o ritagliati e incollati come in un collage. Meno convincente l'aspetto teatrale: sebbene sia definita "opera per musica e film", questa è piuttosto una cantata, senza una vera azione. Gli esecutori in scena sono immobili in una semioscurità da cui ogni tanto li estrae uno spot luminoso, mentre le immagini filmate raramente entrano in rapporto simbiotico con parole e musica, più spesso scorrono in parallelo, talvolta sono degli entracte. Come in sogno, le immagini affiorano e scompaiono, senza apparente ordine logico Esecuzione attenta, convinta e partecipe da parte di tutti - attori, cantanti lirici e popolari, maestranze artistiche e tecniche - sotto la guida di Antonino Manuli e di Andò stesso.

Note: Prima esecuzione assoluta

Interpreti: Gabriella Costa, Carmelo Corrado Caruso, Donatella Finocchiaro, Giovanni Di Salvo

Regia: Roberto Andò, luci: Roberto Carluccio

Scene: Roberto Carluccio

Costumi: Roberto Carluccio

Orchestra: Orchestra del Teatro Massimo Bellini

Direttore: Antonino Manuli

Coro: Coro Memento Domini delle Confraternite del Venerdì Santo

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