La poesia civile, cantata di Trudell

Al centro di una band rock-blues calda e intensa, il poeta nativo americano parla i suoi messaggi per noi esseri umani, perduti in un tempo di caos e di dolore

Recensione
classica
Folk Club Torino
12 Gennaio 2006
John Trudell lo si ascolta nelle sale da concerto: ieri, al Folk Club di Torino. Fa dei tour da artista rock, sul bus, con la sua band, i Bad Dog (dal titolo di una sua "canzone"). Pubblica pochissimi, saltuari dischi di "canzoni", da vent'anni, da quando ha incontrato Jackson Browne, ma in realtà Trudell è un poeta. Uno speaker nativo americano, uno del popolo Sioux ingabbiato nel bianco Nebraska. Reduce del Vietnam, negli anni Settanta diventò il portavoce dell'American Indian Movement, e radicalizzò la lotta politica contro lo Stato oppressore dei bianchi americani che dall'Europa erano venuti tre secoli fa a prendersi le terre che appartenevano alla Terra. L'FBI teneva d'occhio quell'uomo, su di lui stilarono un dossier di 17.000 pagine. Era un tipo molto "eloquent", quindi molto "dangerous". Un giorno, nel febbraio del 1979, bruciò la bandiera degli Stati Uniti bianchi sulla scalinata del quartier generale FBI a Washington, e casualmente, poche ore dopo, bruciò "accidentalmente" la sua casa, e nell'incendio morirono l'amata moglie, la suocera, e tre figli. Come si può vivere ancora, dopo una cosa così? Trudell ha elaborato in poesia sapiente spirituale la sua lotta politica. Non crede più nella politica – dice – poiché la politica è uno strumento del Potere oppressivo e non c'è speranza di farcela. Ma nel suo parlato, una sorta di lento rap incastonato nelle struggenti canzoni rock/blues che suonano intorno a lui due eccellenti chitarristi (ah, la slide di Mark Shark!), Rick Eckstein percussionista-tastierista factotum e veterano Bad Dog e il vocalist nativo americano Quiltman, c'è fiducia negli esseri umani, nell'energia che scaturisce dall'incontro caldo, live tra loro che parlano, cantano, suonano e noi che li ascoltiamo.

Interpreti: John Trudell & Bad Dog

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Bologna: il nuovo allestimento operistico dell’Orchestra Senzaspine ha debuttato al Teatro Duse

classica

Successo per Beethoven trascritto da Liszt al Lucca Classica Music Festival

classica

Non una sorta di bambino prodigio ma un direttore d’orchestra già maturo, che sa quello che vuole e come ottenerlo