La Philharmonia Orchestra apre Rimini

Alla Sagra Musicale Malatestiana Santtu-Matias Rouvali sul podio

LF

09 settembre 2025 • 3 minuti di lettura

La Philharmonia Orchestra
La Philharmonia Orchestra

Rimini, Teatro Galli

Philharmonia Orchestra

03/09/2025 - 03/09/2025

Sulle note festose del Capriccio Italiano di Čajkovski  si inaugura la ricca rassegna concertistica della Sagra Musicale Malatestiana di Rimini, alla sua 76esima edizione, una delle rarissime realtà musicali d’eccellenza italiane gestita da un ente pubblico, il Comune di Rimini. Direttore artistico della manifestazione, nata nel dopoguerra e simbolo per la città di Rimini della ricostruzione e della rinascita culturale, è dal 1985 Giampiero Piscaglia. 

Protagonista di questo concerto inaugurale la prestigiosa Philharmonia Orchestra, una delle compagini più importanti del globo che vanta più di mille incisioni discografiche e che nei suoi ottanta anni di vita  ha visto sul podio i più eminenti direttori, da  Arturo Toscanini a Herbert von Karajan, da Otto Klemperer a Wilhelm Furtwängler, a Esa-Pekka Salonen e Riccardo Muti. Da alcuni anni il nuovo direttore principale è Santtu-Matias Rouvali, il sesto in questo ruolo.

Finlandese, Rouvali ha senza dubbio grandi capacità comunicative, attraverso  un gesto che guida gli orchestrali in ogni dettaglio, anche il più sottile,  della partitura  e che dà l’impressione di  plasmare  i suoni, le frasi, i guizzi e le volúte sonore.

Inutile dire che il suono dell’orchestra è meraviglioso, a partire dai foltissimi archi, la cui compattezza e morbidezza si è particolarmente apprezzata proprio nelle lunghe frasi all’unisono del Capriccio Italiano; delle prime parti delle altre sezioni dell’orchestra si è apprezzata la bellezza del suono e l’eleganza del fraseggio. 

Il programma consentiva di cogliere diverse qualità interpretative della Philharmonia: dalla flessuosa cantabilità intrisa di motivi popolari del Capriccio di Čajkovski al colorismo orchestrale della suite dall’Uccello di Fuoco di Stravinskij, nella terza versione del 1945, nella sua alternanza di rarefazione e fragore, di incantesimo e di impeto ritmico-timbrico. La  visione musicale di Rouvali, pur nella diversità di carattere delle pagine interpretate, ci  è sembrata sempre sul filo della raffinata espressività,  rifuggendo qualsiasi magniloquenza o effetto di pura esteriorità.

Sulla stessa linea interpretativa l’altro artista sul palcoscenico, il pianista ventottenne Bruce Liu, di genitori cinesi ma nato a Parigi e canadese di adozione, vincitore del concorso Chopin di Varsavia del 2021. È stato interprete del Concerto n. 2 di Čajkovski, eseguito senza quella esibizione del gesto ed esuberanza  della sonorità che caratterizza spesso le esecuzioni dei giovani talenti pianistici. Nonostante alcuni passaggi della partitura lo avrebbero consentito, la lettura nella sua visione generale è stata raccolta, con uso parco del pedale di risonanza, più attenta alla calda espressione che non al sensazionalismo. Il secondo tempo del concerto ha poi consentito, una volta di più,  di apprezzare la musicalità e il suono del primo violino e del primo violoncello. 

Il carattere musicale, che ci è sembrato umbratile, riservato, di Bruce Liu si è confermato nella scelta del bis, che è caduta sul Notturno op. postuma in do diesis minore di Chopin, in una esecuzione che ha incantato il pubblico in un silenzio totale. 

Serata di grande successo, con teatro pieno fino all’orlo e pubblico entusiasta.