La passione di Richard Galliano

Applausi per il fisarmonicista francese al teatro Regio di Parma, dove ha proposto brani da Debussy a Piazzolla per celebrare i cinquant’anni di carriera

Richard Galliano - Teatro Regio di Parma (foto Roberto Ricci)
Richard Galliano - Teatro Regio di Parma (foto Roberto Ricci)
Recensione
jazz
Parma, Teatro Regio
Richard Galliano
20 Febbraio 2022

Passion Galliano, questo il titolo del recital tenuto domenica sera da Richard Galliano al teatro Regio di Parma, appuntamento inserito nell’ambito della stagione concertistica del teatro emiliano realizzata dalla Società dei Concerti di Parma.

Salutato a più riprese dal calore di un pubblico affezionato, l’artista francese ha attraversato il suo vasto repertorio, spaziando da Debussy a Piazzolla nel percorso di ascolto immediato e coinvolgente che ha segnato questa tappa del tour con il quale Galliano sta celebrando i cinquant’anni di brillante carriera.

Classe 1950, sappiano come Richard Galliano abbia conosciuto la fisarmonica all’età di 4 anni grazie al padre Luciano, di origini italiane, per poi affrontare un periodo di studio tra lezioni di trombone, armonia e contrappunto all’Accademia di Musica di Nizza. Da adolescente inizia ad ascoltare il repertorio jazz, mentre di fondamentale importanza appare l’incontro con il maestro argentino Astor Piazzolla nei primi anni Ottanta, dal cui confronto nasce la suggestione di coltivare uno stile francese “new musette”, così come lo stesso Piazzolla aveva contribuito a creale il “nuevo tango” argentino.

Nel corso della sua lunga carriera Galliano ha quindi sviluppato uno stile personale e multiforme, nutrito da rimandi ai generi più diversi, fusi attraverso una fantasia compositiva capace di innestare una vena melodica attraversata da una costante immediatezza comunicativa su una padronanza tecnica di palese solidità, divenendo uno dei punti di riferimento della fisarmonica contemporanea.

Un virtuosismo divenuto negli anni forse di tanto in tanto un poco manierato, ma mai arido e fine a se stesso, bensì sempre al servizio di una musica che arriva a comunicare immediatamente ad un pubblico con il quale questo artista è riuscito a creare un’affinità sicuramente personale. Un tratto, quello del rapporto con i suoi ammiratori, che fa parte integrante del “personaggio” Galliano, capace di fondere un approccio umano immediato e genuino ad una innata musicalità, nutrita da una sapienza strumentale di chiara efficacia.

Richard Galliano - Teatro Regio di Parma (foto Roberto Ricci)
Richard Galliano - Teatro Regio di Parma (foto Roberto Ricci)

Tutti elementi emersi anche in occasione di questo concerto, una sorta di viaggio ideale da Debussy a Piazzolla tratteggiato attraverso la dimensione solistica, lente essenziale grazie alla quale Galliano ha delibato i variopinti caratteri di brani anche molto differenti tra loro, riuscendo sempre a restituirne una lettura fresca e personale. Dal repertorio classico francese rappresentato dalle Gymnopédies di Satie o dal “Clair de lune” debussiano alle atmosfere popolari di un brano come “Odeon” del compositore brasiliano Ernesto Júlio Nazareth, da composizioni originali come, tra le altre, “French Touch”, tratta dall’omonimo album del 1998 fino all’omaggio verdiano rappresentato dalla celeberrima “La donna è mobile”.

Un percorso che ha offerto anche fugaci evocazioni bachiane, comprendendo naturalmente anche brani piazzolliani come “Oblivion” o l'immancabile “Libertango”, ultimo bis che ha chiuso la serata tra gli applausi di un pubblico entusiasta.

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