La Fura del Saint- Saëns

Samson et Dalila torna all'Opera dopo 50 anni in una luce totalmente nuova.

MM

08 aprile 2013 • 2 minuti di lettura

Teatro dell'Opera di Roma Roma

Camille Saint-Saëns

05/04/2013 - 05/04/2013

La Fura dels Baus sorprende anche questa volta, ma per motivi opposti a quelli cui ci aveva abituati, perché Carlus Padrissa ha ideato uno spettacolo minimalista, in bianco e nero, che si svolge su un palcoscenico quasi vuoto, senza i macchinari che solitamente innescano la fantasia del gruppo teatrale catalano e che - si pensava - avrebbero trovato un terreno quanto mai fertile in questo tardo grand-opéra. Ma la Fura è sempre iconoclasta e per il baccanale si ispira alla fredda e crudele violenza di Salò o le 120 giornate di Sodoma di Pasolini. In genere questa scena si risolve invece in un trionfo del kitsch alla Cecil De Mille (Samson and Delilah fu uno dei suoi ultimi colossal), da far venire il voltastomaco a Saint-Saëns, che ha scritto un'opera che è tutta un elegante esercizio di stile. Il coro iniziale degli ebrei, per esempio, rimanda al Mosé di Rossini: proprio questo è il momento più suggestivo della messa in scena, con il coro fissato in una staticità oratoriale, resa però drammatica dall'espressione dei volti proiettati sul fondale. Ma Padrissa ha un demonietto che gli impone sempre di rompere prima o poi queste emozioni con uno sberleffo o con uno schiaffo al pubblico, come, in questa scena, le fastidiose torce che a un certo punto vengono puntate verso gli spettatori. Alla messa in scena, per certi aspetti discutibile ma intelligente e magistralmente realizzata, si abbina la splendida direzione di Dutoit, che si tiene alla larga dal pompierismo di fine Ottocento e suscita colori di magnifica eleganza, che fanno già pensare a Ravel. Sontuosa la coppia protagonista. La Borodina è interprete un po' distaccata ma le basta il sontuoso velluto del suo registro medio-grave per rendere la sensualità di Dalila. Antonenko è sicuro e possente ma anche capace di cogliere l'umanità dell'eroe piegato e sconfitto.

Note: Nuovo allestimento. In lingua originale con sovratitoli

Interpreti: Aleksandrs Antonenko, Olga Borodina/Ekaterina Semenchuk, Mikhail Korobeinikov, Elchin Azizov, Dario Russo, Gregory Bonfatti, Filippo Bettoschi, Nicola Pamio

Regia: Carlus Padrissa/La Fura dels Baus

Scene: Carlus Padrissa/La Fura dels Baus

Costumi: Chu Uroz

Coreografo: Adriana Borriello

Orchestra: Orchestra del Teatro dell'Opera di Roma

Direttore: Charles Dutoit

Coro: Coro del Teatro dell'Opera di Roma

Maestro Coro: Roberto Gabbiani

Luci: Agostino Angelini