La carica dei 350

Mahler kolossale inaugura Mito a Torino

Recensione
classica
Ha ragione Walter Vergnano, il sovrintendente del Teatro Regio di Torino, quando dichiara con orgoglio: “Un’operazione come questa si poteva fare solo a Torino!”. E vederli tutti e 350 lì schierati sul palco dell'Auditorium del Lingotto (Orchestra e Coro del Teatro Regio, Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, Coro del Maggio Musicale Fiorentino, Coro di Voci bianche del Conservatorio di Torino e del Regio e otto solisti) per la Sinfonia dei Mille di Mahler, concerto inaugurale di Mito a Torino, dava l’impressione di un sogno realizzato. Concerto esaurito da mesi, pubblico attentissimo che non si lascia scappare nemmeno un applauso dopo la fine del “Veni creator spiritus” (non si applaude tra un movimento e l’altro!) e poi tributa applausi trionfali a Gianandrea Noseda sul podio e al suo esercito musicale perfettamente affiatato alla fine di quel viaggio nel trascendente che è l’Ottava di Mahler. Lassù in alto, tra le rosse sedie del coro, era emozionante vedere i piccoli del Coro di Voci bianche, schiacciati tra i grandi di Regio e Maggio, travolti da onde sonore e impegnatissimi a cantare “Datevi la mano con gioia, e formate un cerchio, nei vostri movimenti, il canto riversi santi sentimenti!”. Altro Mahler, quello della Sesta sinfonia, meno gioioso, più cupo, quello declinato con sapiente eleganza domenica sera da Lorin Maazel sul podio di una sfavillante Philharmonia Orchestra. In sala ad applaudirlo anche Yuri Temirkanov, protagonista del concerto di questa sera: quando si dice civiltà musicale…

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