La Bohème nella Belle Époque
Jacopo Rivani sul podio della FORM
16 dicembre 2025 • 3 minuti di lettura
Jesi, Teatro G.B. Pergolesi
La Bohème
19/12/2025 - 21/12/2025A chiusura della 58/a stagione lirica di tradizione la Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi mette in scena La bohème di Giacomo Puccini, giusto alla vigilia del compleanno del compositore, che cade il 22 dicembre, e alla vigilia di Natale, periodo in cui l’opera colloca l’incontro di Rodolfo e Mimì.
L’allestimento è una coproduzione con l’Opéra-Théâtre de l’Eurométropole de Metz, che da tempo collabora con la Fondazione Pergolesi Spontini; nella sua ripresa jesina è stato necessario un adattamento scenografico, per altro ben riuscito, vista la maggiore profondità del palcoscenico del teatro francese rispetto al Teatro Pergolesi.
La regia di Paul-Émile Fourny, (assistente alla regia Noah Vannei) le scene di Valentine Bressan, i costumi di Dominique Louis, il tutto valorizzato dalle luci di Patrick Méeüs, hanno ambientato l’opera nella Belle Époque, quindi in un periodo successivo all’anno 1830 indicato nel libretto: lo stesso regista dice di essersi ispirato all’atmosfera del film Moulin Rouge! di Baz Luhrmann, e in effetti si intravedevano dalla finestra della soffitta dei quattro bohémiens le pale illuminate del mulino, mentre la serata al quartiere latino del secondo quadro vede le coriste (del Coro Lirico Marchigiano “V. Bellini”) accennare i passi del can can. Una scenografia gradevole, molto realistica nel disegnare squarci di vita parigina di fine Ottocento, tra l’angustia delle povere mansarde degli artisti bevitori di assenzio, le luci dei locali notturni e le fredde nebbie invernali della città nordeuropea.
Sul podio della FORM Orchestra Filarmonica Marchigiana Jacopo Rivani, che ha dato una lettura un po’ concitata e tesa, senza troppi respiri, che talora faceva desiderare qualche abbandono e qualche morbidezza in più. In compenso si sono apprezzate le amplissime escursioni dinamiche richieste all’orchestra, e che hanno impegnato anche i cantanti. Buono e applauditissimo, in un teatro sold out, il cast vocale, con Mimì interpretata da Elisa Verzier, bella voce di soprano che ha saputo rendere la delicatezza e la fragilità del personaggio con vocalità raffinata e impalpabili pianissimi; Rodolfo è stato invece Matteo Roma, tenore generoso che nonostante la lieve indisposizione annunciata alla fine del primo quadro [la recensione si riferisce alla recita del 21 dicembre] ha cantato bene, con emissione uniforme su tutti i registri e timbro solo lievemente increspato. Pure annunciata l’indisposizione del baritono Giacomo Medici in Schaunard, ruolo che nonostante ciò è stato interpretato con sicurezza sia sul piano attoriale che vocale. Poi Daniele Terenzi in Marcello, al debutto in questo ruolo, anche lui interprete interessante per vocalità e presenza scenica, e il basso Eugenio Di Lieto in Colline, che nella scena di insieme del primo quadro era sembrato avere voce non ben proiettata, ma che poi ha dato una prova soddisfacente in “Vecchia zimarra”. Infine, tra i personaggi principali, Giulia Mazzola in una vivacissima e brillante Musetta.
Completavano il cast Stefano Gennari (Benoit/Alcindoro), Andrea Pistolesi (Sergente dei Doganieri), Alessandro Pucci (Parpignol e venditore), Bruno Venanzi (Doganiere) e i Pueri Cantores “Domenichino Zamberletti” (maestro del coro Gian Luca Paolucci).
Per la recita domenicale di Bohème era previsto un servizio di “Opera accessibile” con audiodescrizione per persone cieche e ipovedenti, sopratitoli per persone sorde e ipoudenti. Grazie alla collaborazione tra Fondazione Pergolesi Spontini e AXESS Associazione per l’Accessibilità alla Cultura, gli utenti del servizio sono stati anche coinvolti in un percorso inclusivo e multisensoriale alla scoperta dell’opera.
L’anno musicale del Teatro Pergolesi si concluderà il 29 dicembre con Romeo e Giulietta, balletto in due atti su musica di Tchaikovsky (29 dicembre), liberamente ispirato a Shakespeare, con il Balletto di Milano, mentre sono già stati annunciati i titoli- tutte nuove produzioni- della prossima stagione 2026: Il trittico pucciniano, Don Pasquale, Nabucco, in coproduzione con MacerataOpera Festival, e come di consueto un’opera nuova, L’esecuzione di Salvatore Passantino; ma anche molto altro.