La bohème è un longseller

Alla Scala lo storico allestimento di Zeffirelli

Recensione
classica
Teatro alla Scala Milano
Giacomo Puccini
26 Settembre 2012
Capita spesso con il cinema muto, soprattutto con quello dei primi due decenni di storia di quella straordinaria invenzione: invece di concentrare la propria attenzione sull'opera in sé, ci si sofferma a riflettere sugli anni intercorsi fra noi e quei volti, quelle situazioni e chi ha presieduto alla creazione di ciò che osserviamo. Così ieri sera alla prima rappresentazione della stagione de La Bohème alla Scala, nello storico allestimento di Franco Zeffirelli: invece che godersi il capolavoro di Puccini, la cui forza emotiva rimane tutt'ora immutata, ci si trovava a riflettere sul sovratesto impresso dalla grande creatività del Maestro fiorentino, fra l'altro presente in sala. Un sovratesto ormai diventato, nella mente di molti melomani, un tutt'uno con Bohème stessa: la soffitta, il caffé Momus, la neve alla Barriera d'Enfer immaginate da Zeffirelli sono ormai parte della nostra memoria tanto quanto la musica di Puccini e il libretto di Giacosa e Illica. Non stupiscono pertanto i dieci minuti di applausi a conclusione dello spettacolo, nonostante una Angela Gheorghiu un po' sopra le righe in quanto a interpretazione scenica e un po' sotto le righe in quanto a vigore musicale (in generale, decisamente più prestanti i signori cantanti, in particolare il Rodolfo di Piotr Beczala), e nonostante la conduzione di Daniele Rustioni, serena eppure poco controllata, soprattutto nel rapporto palco/buca. Ma la Bohème di Zeffirelli mette d'accordo tutti: doverosa allora la standing ovation all'arrivo, sul palco, del Maestro in persona. E altrettanto doveroso il relativo nodo alla gola, più forte in quella situazione che di fronte a quel famoso scivolamento della mano dell'ormai defunta Mimì.

Interpreti: Angela Gheorghiu (Mimì), Piotr Beczala (Rodolfo), Ellie Dehn (Musetta), Fabio Capitanucci (Marcello), Massimo Cavalletti (Schaunard), Domenico Colaianni (Benoît), Marco Spotti (Colline), Matteo Peirone (Alcindoro)

Regia: Franco Zeffirelli (ripresa da Marco Gandini)

Scene: Franco Zeffirelli

Costumi: Piero Tosi (ripresi da Alberto Spiazzi)

Orchestra: Orchestra e Coro del Teatro alla Scala

Direttore: Daniele Rustioni

Coro: Coro di Voci Bianche dell'Accademia Teatro alla Scala

Maestro Coro: Bruno Casoni

Luci: Ilaria Morotti

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