Il "Tristano" concertante di Chung
Proseguendo nella sua tradizione di presentare Wagner in forma di concerto, l'Accademia di Santa Cecilia offre una bellissima esecuzione di "Tristano e Isotta".
Recensione
classica
Non è il caso di mettersi a discutere qui la liceità di rappresentare in forma di concerto i "drammi musicali" di Wagner. Tutt'al più si può pragmaticamente osservare che qualcosa si perde ma qualcosa si guadagna, perché anche nei migliori teatri è difficile sentire la perfetta e trasparente leggibilità della partitura orchestrale ottenuta dall'Orchestra dell'Accademia di Santa Cecilia, ormai stabilmente attestatasi su livelli d'eccellenza. Il suo direttore, Myung Whun Chung, non ha il passo del fondista wagneriano, ma ora si sofferma a delibare timbri e armonie con morbida sensualità o con estenuata rarefazione, ora si accende in esaltanti turbini d'incandescenza sonora, in un'alternanza che dà molti splendidi momenti ma non sempre riesce a tenere teso il filo della narrazione.
Violeta Urmana, al suo debutto, è già una grande Isolde: una donna ferina ma capace d'infinita dolcezza (più che di totale abbandono ai sensi e alla passione), comunque e sempre sostanzialmente fragile e indifesa. Allo stesso tempo il sontuoso velluto scuro della voce le dà un tono altero e regale. Lioba Braun inizialmente è una Brangäne un po' pallida ma nel secondo atto si risveglia e diventa una partner degna di quest'Isotta.
Va comunque reso l'onore delle armi a Stig Andersen, che giunge talvolta al limite delle proprie possibilità ma senza mai far avvertire troppo lo sforzo: tenore più lirico che eroico, ha una voce un po' leggera e chiara, ma in compenso più flessibile di tanti Tristan. E anche lui si scalda progressivamente, fino a carburare perfettamente nel terzo atto.
Magnifiche le voci gravi. Alan Titus è un ottimo Kurvenald, potente ma controllato. Matti Salminen dà a Marke una voce profonda e omogenea che ben ne rende la dolente umanità. Infine merita una citazione il giovane Alfredo Nigro, bravissimo nella breve ma insidiosa parte del marinaio. Per tutti applausi convinti e prolungati, totalmente meritati.
Note: esecuzione in forma di concerto
Interpreti: Violeta Urmana, Stig Andersen, Lioba Braun, Alan Titus, Matti Salminen
Orchestra: Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Direttore: Myung-Whun Chung
Coro: Roberto Gabbiani
Maestro Coro: Coro dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche
classica
La musica di un grande compositore affidata a quattro ottimi musicisti
classica
Esaltante successo per il Medioevo musicale evocato dall’ensemble Tasto Solo per il festival fiorentino Flo.Re.Mus.
classica
La Fondazione Pergolesi Spontini presenta pagine inedite da Lo Frate ‘nnamorato