Il sogno di Madre Africa

Il Dinamitri Jazz Folklore chiude Metastasio Jazz 2011 al Fabbricone di Prato

Foto Luca Buti
Foto Luca Buti
Recensione
jazz
Metastasio Jazz Prato
07 Gennaio 2011
Se le svolte stilistiche della storia del jazz (swing, bebop, cool, free) più che rappresentare un rafforzamento dei suoi caratteri occidentali sottolineano il riemergere, anche inconscio, di tratti africani in precedenza latenti, allora il Dinamitri Jazz Folklore è esempio paradigmatico di questa analisi. Formazione che nel sassofonista Dimitri Grechi Espinoza riconosce non solo un leader ma guida spirituale, guru, griot, artista che più che fornire spartiti trasmette il valore filosofico-religioso-rituale di una musica che va a cercare le radici tra le braccia di Madre Africa. “La società delle maschere”, progetto in prima assoluta che chiude Metastasio Jazz 2011 al Fabbricone di Prato, estremizza questo percorso. In una scenografia fascinosa composta da maschere originali, terra, acqua (con il fuoco elementi vitali ) e misteriose gestualità, assistiamo al magico rito di una musica ancestrale, polifonica, che produce trance nel suo parossismo ritmico. La sovrapposizione stratificata, ciclica, che cancella la forma domanda-risposta, di ritmi, suoni e colori esalta il valore del collettivo, dà spessore alle personalità dei singoli solo in funzione di una idea comunitaria. Espinoza non ha inventato nulla, ripercorre strade aperte da Mingus, Sun Ra, Art Ensemble of Chicago, ma la sua utopia musicale, cancellare l’influenza occidentale con i suoi egoismi ed egocentrismi, lo pone su un piano del tutto originale. Se è indubbio però che il progetto c’è, frutto di un profondo lavoro d’insieme che allontana da sé i rischi di esotismi da jungla, è anche vero che alcune rigidità, vuoti, sfilacciamenti nei passaggi tra i vari quadri debbano essere rivisti per garantire quella gioiosità che la formazione ha sempre trasmesso.

Interpreti: Dimitri Grechi Espinoza - sax alto Emanuele Parrini - violino Gabrio Baldacci - chit. el. "Pee Wee" Durante - organo, basso el. Beppe Scardino - sax bar., cl. basso Andrea Melani - batteria Simone Padovani - percussioni

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