Il reggae visto dal jazz

Alla guida del rinnovato gruppo Bindu, Hamid Drake racconta il suo reggae ad Aperitivo in Concerto

foto Elena Carminati
foto Elena Carminati
Recensione
jazz
Aperitivo in Concerto Milano
31 Gennaio 2010
Il batterista nero-americano Hamid Drake, straordinario e infaticabile propulsore ritmico, torna a riflettere sulla storia delle musiche afro-americane con un ultimo progetto interamente dedicato al reggae: “Reggaelogy” (Rogue Art, 2010). Alla guida di una nuova edizione del gruppo Bindu, che al colore dei quattro sassofoni sostituisce gli infuocati tromboni “ska” di Jeb Bishop e Jeff Albert, e al flauto di Nicole Mitchell la chitarra di Jeff Parker e le mirabolanti evoluzioni vocali del rapper Napoleon Maddox, il batterista di New Orleans torna ai Caraibi, primigenia culla del jazz, per raccontare a modo suo le vicende della “musica della redenzione”. Bindu è un termine di origine indiana difficile da tradurre, che può indicare la scaturigine prima, l’origine della conoscenza, il momento di passaggio dal vuoto al pieno, dall’unità alla molteplicità. Drake, quindi, continua a porsi come limpida fonte sciamanica cui attingere per ricostruire i percorsi delle musiche afro-americane e riscoprire le molteplici radici del jazz. “Reggaelogy” è stato presentato domenica in prima nazionale al Teatro Manzoni di Milano per Aperitivo in Concerto, in un’esibizione sontuosa e divertente: splendida rivisitazione in chiave jazzistica dei “due tempi” jamaicani che al jazz e al rhythm & blues devono la loro esistenza. A brillare, oltre al sempre abile Hamid Drake, sono stati il tocco e il suono di Parker, già chitarrista dei Tortoise, capace di muoversi come un Ernest Ranglin più incisivo e smaliziato, e i vocalismi di Maddox, “vera e propria scatola umana del ritmo”, i cui frullii hanno lasciato immaginare un’ideale giungla del Caribe. Un’impresa tutta all’insegna della great black music, come diceva Lester Bowie. Corroborante.

Interpreti: Hamid Drake - batteria e percussioni Napoleon Maddox - voce Jeb Bishop - trombone Jeff Albert - trombone Jeff Parker - chitarra elettrica Josh Abrams - contrabbasso e gimbrì

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