Il ponte fra Nazareth e Bari
I Radiodervish con l'Orchestra di Nazareth chiudono la riuscita seconda edizione del MSP
Recensione
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Il potere evocativo della voce di Nabil Salameh è evidente non appena attacca “Amara terra mia”: per il lasso di una canzone siamo a tu per tu con la capacità di Domenico Modugno di scavare nel dolore e di raccontarlo fotografando un territorio che restituisce soprattutto addii. E scopriamo che quel dolore ha, da sempre, anche un’inflessione araba, sta in una posto della gola cui non siamo soliti prestare attenzione, ma che è senz’altro parte di noi. Ma pur richiamando “sole alla valle, sole alla collina”, la splendida giornata è ormai tramontata: la Villa di Montruglio e la seconda edizione del Marvellous Sound Project stanno salutando il solstizio d’estate e devono fare i conti con qualche goccia di pioggia. Pazienti, i Radiodervish, e con loro un pubblico attento e partecipe: sanno aspettare che passi anche questa nuvola, prima di riprendere il concerto che li vede per la prima volta in Europa in compagnia di Lubna Salameh alla voce e ai tamburi a cornice, Nizar Radwan (oud e violino), Issa Awad (kanun) e Adel Khoury a sostenere i compagni con darbuka e tamburi a cornice. Sono i musicisti dell’Orchestra di Nazareth con cui si sono esibiti in prima mondiale a maggio ad un altro festival per la pace, quello di Tel Aviv. Con loro la voce di Nabil, le sapienti tastiere di Alessandro Pipino ed il collante offerto dalle chitarre e dal contrabbasso di Michele Lobaccaro intonano la melodia arabo-andalusa che da dieci secoli fa da ponte attraverso il Mediterraneo, "Lamma Bada Yata Thanna”, ma anche le proprie canzoni pugliesi e meticce che hanno fatto il giro del mondo, da "Centro del Mundo" a "Yara". Il tour è appena cominciato.
Interpreti: Lubna Salameh, voce e ai tamburi a cornice Nizar Radwan, oud e violino Issa Awad, kanun Adel Khoury darbuka e tamburi a cornice Nabil, voce Alessandro Pipino, tastiere Michele Lobaccaro, chitarre acustiche 6 e 12 corde e contrabbasso
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