Il mondo onirico di Nietzsche

L’Opernphantasie di Rihm in prima mondiale al Festival di Salisburgo

 Matthias Klink, Mojca Erdmann, Virpi Räisänen, Julia Faylenbogen, Elin Rombo, Johannes Martin Kränzle (foto  Ruth Walz)
Matthias Klink, Mojca Erdmann, Virpi Räisänen, Julia Faylenbogen, Elin Rombo, Johannes Martin Kränzle (foto Ruth Walz)
Recensione
classica
Salzburger Festspiele Salisburgo
27 Luglio 2010
Dopo 14 anni di gestazione ecco la stupefacente Opernphantasie di Rihm. Su un lago in barca N. subisce l’assalto erotico di Arianna (traslato di Cosima Wagner): è la bravissima Mojca Erdmann, voce duttile e cristallina nella tessitura acuta. N. esce dal mutismo con: “Io sono il labirinto”; ma sarà l’Ospite biancovestito a incantare Arianna. La scenografia è dominata dallo sguardo stilizzato di un essere multiforme, nocciolo della concezione di Meese: è Dio, Nietzsche stesso o un alieno? Poi N. e l’ospite scalano una montagna: più si allontanano da terra, più i loro dialoghi divengono criptici, e Rihm abilmente fa rimpiattino tra i giochi di parole e il loro corrispettivo musicale (ad es. Nur Narr, nella terza scena). In una sorta di metafora interiore, N. parla con l’Ospite come a un alter ego (Nicht mehr zurück?), e anche quando il coro irrompe espressionisticamente sembra dar voce al suo delirio paranoico. La terza scena è bipartita: nel colorato bordello pop N. rifiuta le avances delle 4 prostitute (fantasia erotica opposta rispetto ad Arianna), e intona Der Wanderer mentre l’Ospite è al pianoforte: di lì a poco questo verrà fatto a pezzi. Nello scenario onirico c’è circolarità: le stesse parole (Mich willst du? Ganz?) pronunciate dalle ninfe, dalle prostitute e poi dall’Ospite, mutano di senso. Attorniato dalle menadi e da tre nutrici, simili a Veneri di Willendorf, N. è scorticato da Apollo, la sua pelle assume una forma autonoma e tutti si ritraggono inorriditi da lui. L’ultima scena è quella del celebre episodio, ma qui è la pelle, in una piazza, ad abbracciare il cavallo, frustato da una figura senza volto. Composta magistralmente, visionaria, questa è l’opera che vorremmo (ri)vedere nei teatri di tutta Europa. Accoglienza del pubblico calorosissima.

Note: Opernphantasie in 4 scene parole di Friedrich Nietzsche (dai Ditirambi di Dioniso), testo di Wolfgang Rihm repliche: 30 luglio, 5 e 8 agosto

Interpreti: Arianna, soprano, Mojca Erdmann; soprano, Elin Rombo; mezzosoprano, Virpi Raeisaenen; contralto, Julia Faylenbogen; N., baritono, Johannes Martin Kraenzle; Un ospite/Apollo, tenore, Matthias Klink; La pelle, mimo, Uli Kirsch

Regia: Pierre Audi

Scene: Jonathan Meese

Costumi: Jorge Jara

Orchestra: Deutsches Symphonie-Orchester Berlin

Direttore: Ingo Metzmacher

Coro: Konzertvereinigung Wiener Staatsopernchor

Maestro Coro: Joern H. Andresen

Luci: Jean Kalman

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