Il felice approdo di Nagano alla Toscanini
Successo per il primo concerto di Kent Nagano nei panni di Principal Artistic Partner della Filarmonica Arturo Toscanini
26 novembre 2025 • 3 minuti di lettura
Parma, Auditorium Paganini
Kent Nagano – Filarmonica Arturo Toscanini
19/11/2025 - 19/11/2025Dopo l’annuncio di qualche mese fa è arrivato il momento del debutto di Kent Nagano in qualità di nuovo Principal Artistic Partner della Filarmonica Arturo Toscanini, evento celebrato nei giorni scorsi da una serie di incontri tra il direttore californiano e varie istituzioni della città di Parma e suggellato da un concerto ospitato all’Auditorium Paganini nell’ambito della 50a stagione della Toscanini, che lo ha visto alla guida della compagine emiliana impegnato in un repertorio dal netto segno classico – giocato com’era tra pagine di Mozart e Beethoven – innestato in un programma che ha guardato anche al Novecento omaggiando la figura di Luciano Berio nel centenario della nascita.
In apertura rispettivamente della prima e della seconda parte della serata, infatti, sono state proposte due opere del compositore di Oneglia tratte dalla ricca offerta rappresentata dalle sue Sequenze, vale a dire quel corpus di indagini strumentali solistiche che – tracciando un lungo percorso che dal 1958 della Sequenza I per flauto dedicata a Severino Gazzelloni giunge alla Sequenza XIV pensata nel 2002 per il violoncello di Rohan de Saram – ha attraversato l’intera vita creativa di Berio, rappresentandone uno dei lasciti più significativi. Una valenza ben affiorata anche in questa occasione, grazie alle intense interpretazioni di Mihaela Costea, “spalla” della Filarmonica Toscanini e protagonista della lettura della Sequenza VIII per violino – brano del 1976 che ha aperto questa serata – e di Sandu Nagy, prima parte della stessa compagine orchestrale e solista impegnato proprio in quella Sequenza I per flauto che ha avviato la raccolta beriana cercando «disperatamente una polifonia nello strumento più monodico della storia», come lo stesso compositore ha confessato a Rossana Dalmonte nella sua Intervista sulla musica del 1981.
A fare da significativo contraltare a queste due oasi solistiche, le due pagine sinfoniche dirette da Nagano, a partire dal Concerto per pianoforte e orchestra n. 27 in si bemolle maggiore K 595 di Wolfgang Amadeus Mozart, la cui stesura è stata avviata nel 1788 e portata a termine solo nel gennaio del 1791, vale a dire a poco meno di un anno dalla sua morte. Ultimo lavoro del salisburghese dedicato al concerto per pianoforte solista e orchestra, questa pagina rivela una dimensione espressiva raccolta e quasi cameristica, probabilmente segnata dalla originaria destinazione che ha visto la prima esecuzione a Vienna presso la Jahnscher Saal, in occasione di un'accademia condivisa con il clarinettista tedesco Joseph Bähr. Un carattere ben assecondato dal tocco pianistico fluido e misurato di Gabriele Strata, giovane interprete chiamato a sostituire la prevista Maria João Pires in seguito alla decisione di ritirarsi definitivamente dalle scene maturata dall’artista portoghese. Assecondando in un certo senso la natura dialogica della pagina mozartiana, Nagano ha condotto i tre movimenti del concerto lungo binari segnati da un’elegante misura, dove l’amalgama orchestrale dialogava con garbo con gli interventi freschi e levigati del pianoforte di Strata, artista che ha chiuso con due brani fuori programma la prima parte della serata.
A suggellare il concerto abbiamo infine seguito una Quinta Sinfonia di Ludwig van Beethoven segnata da un piglio decisamente più vivace, asciutto ed essenziale nella scelta dei tempi e negli equilibri timbrici, totalmente scevra di quella retorica che pagine così celebri e celebrate rischiano ad ogni occasione di richiamare. Dalle prime celeberrime battute, passando per le aperture più liriche dell’Andante con modo, fino ad arrivare ai movimenti conclusivi, il direttore ha guidato la compagine orchestrale attraverso una lettura al tempo stesso stringente e densa, tastando la reattività di questa formazione come in una sorta di “prova generale” per le future indagini interpretative che Nagano si appresta a perlustrare con la Filarmonica Toscanini.
Una serata infine coronata dai convinti e calorosi applausi del folto pubblico presente.