Ieri, oggi e domani contro
A Torino Gualtiero Bertelli e Alessio Lega insieme sul palco.
26 gennaio 2009 • 2 minuti di lettura
Folkclub
È sempre un po' antipatico parlare di presente, passato e futuro quando a dividersi il palco sono un colosso degli anni che furono e una giovane leva candidata numero uno a seguirne le orme; ma se ad ironizzare sul presente sono gli interessati, allora ci prendiamo la licenza. Al Folkclub torinese si consuma un incontro particolarmente ghiotto per gli appassionati di cantautorato obliquo alle logiche di mercato: Gualtiero Bertelli, voce venexiana, chitarra e fisarmonica di una protesta gioiosa od epica, ed Alessio Lega, salentino unificatore di Amori e Rivoluzioni, cantante del tragico e ormai oltre la condizione di outsider. Li accomuna la scuderia, Nota, e i temi toccati dalle loro canzoni: le difficoltà della vita, il suo creare eterna disparità tra le persone, la condizione feroce del lavoro, ieri come oggi. Tant'è che Bertelli, cantando solo con voce e chitarra la celeberrima "Nina", accenna a denti un po' stretti di come sognasse di farne un reperto storico, e non un monumento di tragica attualità - il lavoro che manca, un figlio in arrivo dopo anni di stenti per poter convivere, un futuro coperto di nebbia. E Lega, a cui spetta il primo set, di lavoro parla eccome; ma anche di guerra, tanta, troppa, che insieme a mille altre ingiustizie porta via innocenti come piovesse - spesso per troppo amore, come la povera Rachel Corrie sotto i tank israeliani. Entrambi gli artisti si presentano in duo, lasciando all'essenzialità la trasmissione del messaggio, e il finale con tutti sul palco ha nell'improvvisazione il punto di forza: i canti dei Cantacronache e della parsimoniosa ma felice carriera di Gualtiero (su tutte una versione commovente nella sua epicità di "Stucky", urlata a due voci) tornano in quella versione popolare che le rende patrimonio di tutti.