I ritmi jazz di Boccadoro

Successo del Concerto per pianoforte, novità assoluta alla Scala

Recensione
classica
Orchestra Filarmonica della Scala Milano
30 Gennaio 2017

Evviva! Nel concerto della Filarmonica della Scala per una volta tanto la musica contemporanea è stata al centro dell'attenzione. Un buon auspicio e un piccolo miracolo grazie al Concerto per pianoforte e orchestra, novità assoluta di Carlo Boccadoro, sponsorizzata da Francesco Micheli. Al pianoforte Beatrice Rana, sul podio Riccardo Chailly. Si tratta di una composizione complessa che ha visto il pianoforte come strumento concertante più che solista. In particolare nel primo movimento, dove ha un aspro dialogo con l'orchestra, le cui sonorità, specie delle percussioni, finiscono per rimanere sempre alla ribalta. Nel secondo movimento la tessitura orchestrale si fa più rarefatta e il pianoforte ha modo di primeggiare nei due assorti tempi lenti, inframezzati da un presto, una sorta di perpetuum mobile del pianoforte sul quale intervengono le violente e scandite accensioni dell'organico. L'ultimo movimento evoca dichiaratamente la storica big band di Duke Ellington, a cui è dedicata l'intera composizione, per ritmo e sonorità. Beatrice Rana si è dimostrata una solista straordinaria, alle prese con una partitura davvero funambolica, che ha sempre padroneggiato con chiarezza. Al termine, i lunghi applausi del pubblico ne hanno confermato il pieno successo. In apertura e chiusura di serata Chailly ha diretto due composizioni di Šostakovič mai eseguite alla Scala e lontane nel tempo. La spensierata Suite per orchestra jazz n. 1 per piccolo organico risalente agli anni Trenta e la cupa e possente Dodicesima sinfonia, "L'anno 1917", scritta negli anni Sessanta. Esecuzione impeccabile per maestrosità e trasparenza nei concertini dei legni, che ha confermato come la Filarmonica e il suo direttore principale siano vivendo una sintonia sempre in crescendo.

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