Flauto magico ma soprattutto umano

Roma: una regia "semplice", che scopre il Rousseau nascosto nella Zauberflöte

Recensione
classica
Teatro dell'Opera di Roma Roma
Wolfgang Amadeus Mozart
27 Marzo 2012
Tutto si svolge di notte, in un enorme edificio dalle pareti scure, misterioso come la vicenda della Zauberflöte e opprimente e senza uscite come il regno della Regina della Notte e quello, opposto ma simile, di Sarastro. Il mondo della vera libertà, quello di Papageno, potrebbe essere soffocato da tale cupezza, ma McVicar lo ravviva con la giusta dose di allegre buffonerie, senza però rinunciare ad evidenziare lo spessore di questo personaggio, non un balordo ma un essere naturale alla Rousseau, la cui ricerca della felicità non ha meno valore di quella di Tamino. Il Flauto è anche tante altre cose. È uno spettacolo fantasioso e magico: ecco il serpente terribilissimo, gli uccelli di Papageno, l'incantevole navicella volante dei tre genietti, gli animali feroci che danzano al suono del flauto, ma chi realizza tali prodigi di cartapesta è ben visibile allo spettatore e lo fa consapevole che questi sono soltanto i trucchi a buon mercato della Maschinekoemedie. E poi, si sa, ci sono evidenti riferimenti massonici, ma giustamente la regia non gli dà troppo peso, perché al centro del teatro di Mozart non stanno dichiarazioni di principio ma l’uomo nella sua concretezza, come sottolinea McVicar, che rende emozionante non solo l'umanissimo duetto Pamina-Papageno ma fa altrettanto nell'incontro tra Pamina e la madre e in quello tra Tamino e l'Oratore, mettendone in luce i significati umani più che simbolici. La direzione di Nielsen è senza storia: attenta, chiara, calibratissima, ma lenta, uniforme, incolore. Accanto ai più esperti Werba e Roth - entrambi eccellenti - stavano giovani di livello disuguale: meravigliosa Pamina la Müller; buon Tamino Gatell, che potrà ulteriormente maturare; Sarastro un po' opaco Lobert; come Regina della Notte la Sabirova lotta ma soccombe.

Note: allestimento della Royal Opera House Covent Garden di Londra

Interpreti: Peter Lobert (Sarastro); Juan Francisco Gatell/Pavel Kolgatin (Tamino); Detlef Roth (Oratore); Hulkar Sabirova/Sirkka Lampimäki (Regina della Notte); Hanna-Elisabeth Müller/Ekaterina Sadovnikova (Pamina); Markus Werba (Papageno); Sibylla Duffe (Papagena); Kurt Azesberger (Monostatos); Sarah.Jane Brandon, Romina Tomasoni, Nadezda Karyazina (le tre Dame); Alexander Kaimbacher, Scott Wilde (i due Armigeri); solisti del Coro di Voci Bianche del Teatro dell'Opera (i tre Genietti)

Regia: David McVicar, ripresa da Dan Rooner

Scene: John McFarlane

Costumi: John McFarlane

Coreografo: Leah Hausman

Orchestra: Orchestra del Teatro dell'Opera di Roma

Direttore: Erik Nielsen

Coro: Coro del Teatro dell'Opera di Roma

Maestro Coro: Roberto Gabbiani

Luci: Paula Constable

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