EurAmeriche a Genova

Si è chiusa la ventinovesima edizione del Festival del Mediterraneo

Virginia Cambuci (foto di P. Amouroux) festival del mediterraneo
Virginia Cambuci (foto di P. Amouroux)
Recensione
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Genova
Festival Musicale del Mediterraneo
03 Settembre 2020 - 17 Settembre 2020

È il secondo festival in Italia, per anzianità, a diffondere note senza passaporto e visto d'ingresso: note dal Pianeta Terra. Ventinove anni all'anagrafe, ottimo trampolino per arrivare a quella cifra rotonda, trenta, che forse sarà un gran finale (con tanto di presentazione di libro e audiovisivi sulla storia delle tre decadi: si raccolgono materiali e contributi),forse un nuovo inizio. È il Festival musicale del Mediterraneo di Genova, che nell'anno del Covid è approdato alla ventinovesima edizione, chiudendo il “triangolo” delle storie incrociate fra continenti: tre anni fa EurAfrica, due anni fa EurAsia, questa volta EurAmeriche. A dispetto di mascherine, distanziamenti e location inventive diversificate scelte apposta per ridurre al minimo i rischi, è stata una grande edizione, e anche se qualche ospite non è potuto arrivare, la direzione artistica di Davide Ferrari di Echo Art ha comunque garantito una qualità costante nel lungo arco di programmazione: merito anche dell'intelligente collaborazione con altre realtà operative come Gezmataz, Musicaround, Collegium ProMusica, e della scelta coraggiosa di far suonare molti ospiti in fasce orarie in genere poco frequentate: al tramonto, in molti casi, all'alba, in un'occasione davvero speciale.

Impossibile dar conto di tutto, per il rischio tangibile di stilare un mero catalogo di  eventi. Diamo spazio perciò a sensazioni ed emozioni che, siamo certi, resteranno a lungo nel cuore e nella testa di chi c'era (ma non è difficile recuperare molti eventi in streaming). La serata inaugurale , ad esempio ha reso omaggio a Philip Glass con Minimalia: in segno di rispetto per il maestro americano che con Echo Art collaborò nel lontano 1990. Uno spettacolo di eleganza ieratica e flessuosa, tutto su arrangiamenti inediti di partiture di Glass, con un'inedita versione della Banda di Piazza Caricamento tutta al femminile, World Wide Women, e i magnifici danzatori dell'ensemble Deos.

Sull'Isola delle Chiatte nel Porto Antico all'alba del 6 settembre un concerto quasi magico dei Merope, tre musicisti di diversa origine, ma con base e radici  culturali in Lituania: la tradizione degli antichi canti baltici diventa sussurro e fremito elettrico, l'antico salterio kankles dialoga con il flauto bansuri e la Fender Stratocaster.

Daniele Di Bonaventura, gran signore del bandoneon, s'è retto sulle spalle solide tutto il concerto in “solo” dedicato al tango al Palazzo Ducale, con qualche intervento di danza di Irene Trenzas Natalie e Ezequiel “El Tigre” Sabella: una linea retta dalla “guardia vieja” al futuro post piazzolliano. Incantevole, al tramonto del 10 settembre, il set sulla cigolante Isola delle Chiatte di Sorah Rionda, esponente della nueva troba cubana, ma anche compositrice, arrangiatrice, ballerina, gaitera: i suoi brani hanno la misteriosa semplicità e bellezza di un altro “trovatore” storico, Silvio Rodriguez.

A lei i potrebbe accostare, quasi come in un ponte di note, la figura di Virginia Cambuci, dal Nord Est brasiliano: al Castello d'Albertis il 12 settembre un incandescente set con il sapore del “neo-tropicalismo”, magistralmente diretto dal percussionista e mandolinista Zé Luis Nascimento, e con la fisarmonica dirompente di Rodrigo Fernandes.

Il Festival avrà un epilogo (solo in streaming: sul canale Youtube Itinerari Paralleli) il 27 settembre con “La Bestia / Treno de la muerte”, in diretta dall'area archeologica dei Giardini Luzzati. Musicisti e narratori da Messico, Perù Italia e Francia per raccontare  con i fatti l'odissea tragica dei “migranti per forza” che saltano sul merci che arriva quasi fino al muro di Trump, che ha trasformato l'American Dream in un incubo di sbarre e violenza.

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