Elektra: ragnatela e macelleria

L'opera di Strauss più amata a Roma, a giudicare dal numero delle edizioni nel dopoguerra

Recensione
classica
Teatro dell'Opera di Roma Roma
Richard Strauss
04 Ottobre 2011
Dopo il forfait di Fabio Luisi per sopraggiunti impegni al Met, Stefan Soltesz si è rivelato non un sostituto d'emergenza ma il punto di forza di questa edizione dell'opera di Strauss. Il direttore ungherese, invece di scatenare dall'inizio alla fine sonorità violente e aggressive, evidenzia le infinite preziose sottigliezze dell'orchestrazione di Strauss, che anche di fronte a questa cupa tragedia non rinuncia alle sue magie sonore. Questa direzione limpidissima e analitica non travolge i protagonisti con un magma incandescente di suoni ma li avvolge in una rete di ragno, che ha un effetto ancor più agghiacciante e allucinante. Solo nel finale si raggiungono 'fortissimo' squassanti, in sintonia con la regia di Nikolaus Lehnhoff, che apre il muro della reggia di Micene per mostrarne l'interno di macelleria sporca di sangue, con il cadavere nudo di Clitennestra appeso a testa in giù come un quarto di bue. Questo però è un colpo di scena ad effetto, che stona con il resto della messa in scena, la cui efficacia sta proprio nella sobrietà di una recitazione di forte violenza interiore ma non esagitata e - incredibili dictu - spesso rispettosa alla lettera delle indicazioni del libretto. Il grigio cortile del palazzo è una claustrofobica prigione dalle pareti fuori sesto, su cui si aprono finestre simili ad occhi vuoti: questa prigione è l'ossessione di vendetta da cui Elektra non può e non vuole evadere. Dopo la vendetta, la sua vita non ha più scopo e crolla a terra, ma la tragica storia degli Atridi continua: dal suolo sorgono nere le Erinni che avvolgono Oreste. Cast da buon teatro tedesco, assolutamente valido seppur non eccezionale: fatica ma è intensa la Johansson, graffiante la veterana Palmer, menzione speciale per la Diener e Buhrmester. Orchestra impeccabile.

Note: Allestimento in coproduzione con il Salzburger Festspiele

Interpreti: Eva Johansson (Elektra), Felicity Palmer (Clytaemnestra), Melanie Diener (Chrysothemis), Wolfgang Schmidt (Aegisth), Alejandro Marco-Buhrmester (Orest), Derek Welton (mentore di Orest), Arina Holecek (la confidente), Barbara Reiter (ancella dello strascico), Myranda Keis (la sorvegliante), Saverio Fiore (giovane servo) Maurizio Cascianelli (vecchio servo)

Regia: Nikolaus Lehnhoff

Scene: Raimund Bauer

Costumi: Andrea Schmidt-Futterer

Orchestra: del Teatro dell'Opera di Roma

Direttore: Stefan Soltesz

Coro: del Teatro dell'Opera di Roma

Maestro Coro: Gea Garatti Ansini

Luci: Duane Schuler

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