Donne di Nota nelle notti acustiche

Edizione numero 24 per la Acoustic Night di Beppe Gambetta a Genova

Acoustic Night Genova
Foto di Giovanna Cavallo
Recensione
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Genova, Teatro Nazionale Genova Ivo Chiesa
Acoustic Night 24 – Donne di Nota
16 Maggio 2024 - 18 Maggio 2024

L’altra metà del cielo delle note acustiche è fatta con la perizia, la classe strumentale, la fantasia creatrice delle Donne di Nota.

Un gioco di parole (e il titolo per una grande spettacolo) che svela una piccola grande verità. Beppe Gambetta, infaticabile viaggiatore di mondi musicali tenuti assieme dalle sei corde della sua chitarra acustica, per l'edizione numero ventiquattro della sua Acoustic Night dipanata in tre serate ha scelto di avere attorno solo l'altra metà del pentagramma.

Ha creato un lavoro di tessitura impressionante per far apparire come “naturale” un gioco di squadra costruito sull’intesa trovata fra donne di mondi lontanissimi, tutte riunite nel segno dell'eccellenza. Eccole.

Abbie Gardner da New York, un ruscello di voce intonatissima, figura quasi elfica, per la prima volta in Italia, figlia di musicisti (suo padre suonava il jazz con Gene Krupa e Roy Eldridge!), multistrumentista, ha scelto di specializzarsi nell'uso del dobro, la chitarra resofonica antenata dell’elettrica suonata in appoggio orizzontale con la tecnica “slide”; canta storie di una splendida quotidianità e urgenza ("See You Again", un gioiellino di malinconia per un amico perduto nel Covid, o "Down The Mountain") e sotto palpita un oceano gentile e complesso di suoni glissati.

Suzie Vinnick, canadese, è vocalist sferzante e ironica ("Crazy About Lovin You”), suona la chitarra acustica blues con navigata naturalezza e al basso elettrico è un miracolo di precisione.

E poi Gambetta ha scelto di avere sul palco la splendida triestina Giovanna Famulari, violoncellista capace di conturbati raffinatezze melodiche e di scoscese, espressionistiche uscite ritmiche, voce e presenza carismatiche. Questo il quadro generale. Un bel rompicapo apparente. Invece no.

Perché la cifra generale che Gambetta ormai rimanda come un classico, creata anno dopo anno con l'apporto artistico organizzativo prezioso della moglie Federica Calvino Prina, le scenografie cangianti di Sergio Bianco, i suoni perfetti, è una sorta di sempre sorprendente viaggio  sonoro e visivo. Che spazia senza problemi dal recupero di classici dimenticati della canzone d'autore italiana, scovati fra le pieghe dell’oblio storico, i momenti solistici che gli ospiti possono gestirsi come meglio credono, creando anche interazioni inaspettate, e la sua stessa musica, ormai corpus di una certa imponenza: quest'anno sul palco si sono ascoltate parecchie cose da Terra madre, il disco nuovo di Gambetta che rivendica un “diritto al sogno” di un mondo meno feroce con la forza della tenerezza.

Ad esempio il valzer "Un panino", in cui Gambetta immagina un De André che dalle nuvole consideri perplesso la museificazione remunerativa della sua stessa figura, quando poi il modo per essere ricordato potrebbe essere “comprare un panino a quel povero Cristo incontrato in via Pré”.

O la sognante "Season of Suspension", una melodia fatata che sa di brughiere gaeliche usata per chiudere una lunga serata, o "Sit and Pick With You", una country song vecchio stile che racconta, ancora una volta, di quanto siano grandi i grandi davvero della musica, nel loro mettersi accanto a te a suonare.

Molti i conigli tratti fuori a sorpresa dal cilindro delle canzoni che ha in testa Giovanna Famulari: ad esempio la quasi sconvolgente "La mia casa" di Francesca Corrias, "Canzone arrabbiata", cantata da Nina Melato nel magnifico Film d’amore e d’anarchia del ’73 diretto da Lina Wertmüller, o "Ti butto via", dalle indimenticabili canzoni della mala di Ornella Vanoni.

Sorrisi e relax sul palco, e un Gambetta di rado visto così a proprio agio. Le Donne di Nota fanno questo e altri miracoli. Un altr’anno sarà il venticinquennale: si consiglia e ci si auspica già un’abbondante presenza femminile sul palco, visti gli esiti.

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