Don Pasquale debutta all'Opéra di Parigi

Successo trionfale per l'opera di Donizetti per la prima volta a Palais Garnier: dirige Pidò, regia di Michieletto, con Pertusi e Sierra

Don Pasquale (Foto Vincent Pontet)
Don Pasquale (Foto Vincent Pontet)
Recensione
classica
Palais Garnier, Parigi
Don Pasquale
09 Giugno 2018 - 12 Luglio 2018

Dalla Lancia alla Maserati, dal giardino di casa alla casa di riposo: è tutto qui il percorso di Don Pasquale secondo Damiano Michieletto nel nuovo allestimento dell’opera di Donizetti in scena a Parigi fino al 12 luglio. Sembra un paradosso, ma Don Pasquale, che a Parigi è nato nel 1843 (al Théatre-Italien), non era mai stato rappresentato all’Opéra, lacuna colmata, con grande successo, con Evelino Pidò sul podio. Il settantenne Don Pasquale vive tranquillamente con la sua vestaglia a scacchi in una casa semplice, le scene di Paolo Fantin sono minimaliste ed efficaci, nessuna parete, oggetti essenziali e scena che gira per mostrare i vari spazi della casa. La trasformazione in Don Giovanni per sposarsi e beffare così il nipote è rapidissima: un busto sotto la camicia e una bella passata di tinta sui capelli! Quanta tenerezza fa il suo gingillarsi con le statuine degli sposi da mettere sulla torta che gli ha portato un mefistofelico Malatesta (il bravo Florian Sempey) che ha ordito tutta la trama. Il gioco diventa così una irrefrenabile corsa verso la rovina: Norina è un’attrice provetta che passa con disinvoltura, anche grazie a riprese video e Chroma key, dalla modesta e timidissima Sofronia alla sfrenata sposa che in abito lungo rosso schiaffeggia il marito, la trasformazione della casa in un luogo lussuosissimo è a vista e il coro, in controluce, commenta la vicenda mentre tre pupazzi con le fattezze di Norina, Don Pasquale e Ernesto rivivono la trama. Insomma, le trovate sono tante e irresistibili (c’è persino un cavaliere con armatura e uno sfondo alla Harry Potter per “Quel guardo il cavaliere”, mentre Michieletto, alla Hitchcok, appare in un video seduto nella platea di Palais Garnier, ed è toccante il Don Pasquale bambino, stessa vestaglia, stessi occhiali, che piange con lui dopo lo schiaffo), l’unica pecca è che in questo gioco malefico che condurrà Don Pasquale su una sedia rotelle e in una casa di riposo, sparisce completamente la storia d’amore tra Norina e Ernesto (un corretto Lawrence Brownlee) qui trasformato in un bamboccione che guarda sempre il suo Iphone. Michele Pertusi è uno straordinario Don Pasquale, fremente e appassionato in attesa di una sposa, devastato e affranto dopo lo schiaffo, Nadine Sierra è una Norina dalle mille facce, acqua cheta e soubrette che incanta Don Pasquale e il pubblico. Sul podio dei complessi dell’Opéra Evelino Pidò mette in luce con abilità tutti gli aspetti della partitura donizettiana, dalla frizzante ouverture al coté larmoyant (l’attacco dell’aria di Ernesto) all’irresistibile duetto sillabato Don Pasquale-Malatesta. Successo trionfale.

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