Chigiana alla barocca

La Chigiana e il Mozarteum, docenti e allievi di musica barocca  per gli ultimi concerti della lunga estate chigiana

La Senna Festeggiante  (Foto Roberto Testi)
La Senna Festeggiante (Foto Roberto Testi)
Recensione
classica
Chiesa di Sant'Agostino, Siena
Accademia Chigiana,
31 Agosto 2022 - 03 Settembre 2022

L’ultima fase del cartellone concertistico dell’Accademia Chigiana, dal 31 agosto al 3 settembre, nella chiesa di Sant’Agostino, è stata dedicata alla musica  barocca, ambito in cui la Chigiana si è sempre distinta e per cui ha avviato, dal 2021, una collaborazione con il dipartimento di musica antica del Mozarteum di Salisburgo. Una collaborazione che in questo 2022 ha visto ben otto corsi tenuti a Siena dai docenti del Mozarteum, nomi di notevole prestigio per questo repertorio: Andreas Scholl, docente di canto, Dorothée Oberlinger, flauto dolce, Marcello Gatti, flauto traversiere, Florian Birsak, clavicembalo e basso continuo, Alfredo Bernardini, oboe barocco, Hiro Kurosaki, violino barocco, Vittorio Ghielmi, viola da gamba e consort di viole, Marco Testori, violoncello barocco.

I docenti si sono presentati in gruppo nel concerto del 31 agosto, “Nel gusto italiano – Nach Italienischem Gusto”, che ha ripercorso la genesi e lo sviluppo di come il “gusto” italiano, o per meglio intenderci lo stile e le forme e i generi degli italiani, in particolare la sonata (per non dire della cantata da camera, qui rappresentata da Caldara, Da’ tuoi lumi e dal tuo core), si fossero diffuse in Europa grazie alla fortuna delle edizioni a stampa (basti pensare alle sonate per violino e continuo della mitica Opera V di Corelli) o ai viaggi e soggiorni dei compositori. Tutto questo in un arco cronologico piuttosto ampio, da Corelli, nato nel 1653, a Karl Friedrich Abel e Johann Christian Bach, quest’ultimo nato nel 1735, doverosamente passando per i grandissimi, Bach e Haendel che come si sa la musica italiana la conobbero eccome, e altri come Telemann e Caldara. Ma certamente anche gli italiani non si limitarono a esportarsi, ma fecero tesoro, per contaminazione, anche di altri modelli e “gusti”, come evidente ad esempio proprio da una sonata corelliana dell’Opera V di Corelli che si chiama sonata ma si compone di preludio, allemanda, sarabanda, gavotta e giga un po’ come una suite, orecchiando e ricreando da italiano il gusto – o stile, o impianto formale – francese (l’abbiamo ascoltata nella trascrizione per flauto dolce eseguita dalla Oberlinger e Birsak); ma del resto la codificazione della suite è normalmente attribuita a Froberger, cioè a un tedesco di Stoccarda allievo a Roma di Frescobaldi… Biografie, incroci e transizioni stilistiche di grande interesse, in cui i docenti chigiani hanno saputo trovare qualcosa di particolarmente originale per costrutto, e meno battuto, anche nel catalogo dei grandi e grandissimi, ad esempio nella sonata per flauto e cembalo obbligato (Marcello Gatti e Florian Birsak) BWV 1030 di Johann Sebastian Bach. Ma il pezzo che ci ha colpito di più è stato forse un breve adagio (KW 209) da una raccolta per viola da gamba di Karl Friedrich Abel, eseguito da Vittorio Ghielmi che ha saputo renderne magistralmente lo spirito di rievocazione estrema delle più nobili movenze del grande repertorio della viola da gamba, ma in una chiave malinconica che è già quasi preromantica. L’amico e sodale di Abel, Johann Christian Bach,  chiudeva il programma con un suo bel quintetto, op. 22 n. 2, per oboe, violino, viola da gamba, cembalo obbligato e violoncello, in cui era chiarissima la transizione allo stile classico e a Mozart in particolare, la fine di un’epoca musicale e l’inizio di un’altra.

   Si proseguiva il 2 settembre con un ritorno a Vivaldi, una presenza costante nella vita della Chigiana, con la serenata La Senna Festeggiante RV 693, molto probabilmente composta a Venezia nel 1726 per far contento l’ambasciatore francese presso la Serenissima. Un testo, in effetti, fra i più platealmente encomiastici che ci sia capitato di conoscere, quello di Domenico Lalli, in cui l’Età dell’oro (soprano) e la Virtù (contralto) si incontrano con la Senna (basso) per lodare la pace e la felicità di cui si gode nel bel regno di Francia, e la tentazione sarebbe quella di dire che Vivaldi non ci sia scervellato più che tanto, se non fosse che anche qui troviamo perle preziose, come una splendida e misteriosa aria della Virtù, “Vaga perla”. Questa era una produzione del Baroquelab, laboratorio dedicato alla drammaturgia musicale barocca, con gli studenti dei corsi e con la partecipazione di alcuni docenti: i solisti di canto erano gli allievi Zsofia Szabo, Marta Pacifici e Roland Faust, l’orchestra di allievi era efficacemente capeggiata da guidata da  Hiro Kurosaki, dirigeva con sicurezza e gusto Alfredo Bernardini. In definitiva, anche per il Barocco, la Chigiana vuole contare sulle proprie forze, quelle dei docenti e degli allievi dei corsi, e infatti, il 3 settembre, c’è stato un concerto degli allievi particolarmente imponente per il numero di giovani strumentisti coinvolti e la  ricchezza del programma. Grande successo per tutti e tre gli appuntamenti.

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