Bonaventura dal fumetto alla scena musicale
Firenze: “L’Isola dei Pappagalli” di Sergio Tofano con le musiche di Nino Rota

Recensione
classica
Per tutti noi Bonaventura è il personaggio del fumetto di Sergio Tofano, in arte Sto, con le sue filastrocche in ottonari e con le linee e i colori netti, tra Aldo Palazzeschi e Fortunato Depero. Ma ci sono anche le sei commedie musicali scritte e realizzate da Tofano tra il 1927 e il 1953, fra cui questa Isola dei Pappagalli (1936) con le musiche originali di Nino Rota. Onore, dunque, agli sforzi congiunti di un gruppo di istituzioni (Orchestra della Toscana, Teatro Metastasio di Prato, Scuola di Musica di Fiesole, Accademia di Belle Arti di Firenze) che sotto la guida di Aldo Tarabella, che firmava la regia, l’hanno riportata sulle scene, mettendo chi gli strumentisti del piccolo ensemble (pianoforte, archi, fiati e percussioni) diretto da Marcello Bufalini, chi i giovani attori, chi le voci bianche preparate da Joan Yakkey, chi i laboratori di scenografia e costume. Proprio la messinscena, deliziosa, è il pregio maggiore dell’operazione, accanto alla vivacità e alla sicurezza di una recitazione improntata agli estri della Commedia dell’Arte doverosamente geometrizzati (citiamo almeno Bonaventura, l’ottimo Andrea De Luca). Meno bene invece quando affrontavano le strofette cantate: evidentemente i giovani attori italiani, in questo, devono ancora imparare dall’eclettismo dei commedianti del tempo che fu, e certamente il grande Teatro Verdi non li ha favoriti (c’è da auspicare un circuito in teatri più piccoli). Ma la cosa più bella è stato rilevare come in questo svagato smontaggio della retorica coloniale, fra pappagalli parlanti e cannibali arieggianti i minstrels alla Al Johnson, comincino a rivelarsi i veri talenti, ironici e circensi, del giovane Rota. Successo vivissimo tra i piccoli delle elementari a cui lo spettacolo è dedicato.
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