Aida al massimo dello sfarzo e della sovrabbondanza, che alla fine ha mortificato una visione dialettica della vicenda: Vocalmente buone le prove della Cedolins e della Cornetti, sotto tono quella di Licitra. Direzione positiva di Oren.
Nel grande palcoscenico areniano domina al centro, sovrastando tutta la scena, una grande piramide girevole, rilucente di tubi dorati: macchina teatrale di notevole impatto, nelle cui facce sono inseriti diversi elementi, vuoi una grande statua di una divinità, vuoi rilievi o fregi. Questa grande piramide d'oro di Menfi si caratterizza in questo allestimento di Zeffirelli - che apre la stagione estiva all'Arena di Verona - come la vera protagonista. Attorno ad essa, per tutta la durata dell'opera, si agita il mondo delle vicende di Aida e Radames; un mondo multiforme e multicolore, le cui vicissitudini alla fine risultano quasi indifferenti, sommerso da una sovrabbondanza di suggestioni, elementi e personaggi di tutti i tipi, in gran quantità. Un'dea scenotecnica geniale, talvolta rumorosa, che alla fine risulta invasiva e che viene a chiudere molti spazi del palcoscenico. Un'Aida che ha voluto enfatizzare una visione di aspetti legati alla ritualità e al mondo religioso dell'antico Egitto, con pellegrini che pregano prostrati come gli islamici, ma nella quale si perde quella dialettica e quegli scarti tra aspetti spettacolari e quelli più intimistici della vicenda. Lo scena clou del trionfo è poi sovraffollata all'inverosimile: ci si perde a seguire i vari gruppi di soldati, danzatrici e danzatori di varie etnie, con le bizzarre coreografie di Vassiliev, e la stessa figura di Radames quasi si smarrisce e non si riesce ad individuare. La presenza costante, di una Carla Fracci-sacerdotessa, nel venire riproposta ad ogni atto, ci pare un'aggiunta che in alcuni momenti distoglie l'attenzione nei confronti dei veri protagonisti. Protagonisti tra i quali è spiccata Fiorenza Cedolins che ha interpretato un'Aida con una notevole ricchezza di sfumature vocali, e di accenti emotivi; mentre è stato per certi verso deludente rispetto alle aspettative il Radames di Salvatore Licitra, che non ci è parso perfettamente in forma in questa performance areniana. Marianne Cornetti ha è stata un'Amneris che ha evidenziato nel corso dell'opera qualità vocali ed interpretative sempre più intense. Oren ha voluto dare una direzione musicale il più possibile incalzante, riuscendo a dare una notevole spinta alla compagine areniana; salvo talvolta apparire frettoloso quando nei cambi attaccava prima che il pubblico si fosse ancora sistemato; preziosi quindi alcuni momenti di lettura "cameristica", nella gestione voci-orchestra, nel terzo atto. Arena al gran completo, pubblico delle grandi occasioni, successo e acclamazioni contenuti.
Interpreti: Cedolins, Licitra, Cornetti
Regia: Franco Zeffirelli
Scene: Franco Zeffirelli
Coreografo: Vladimir Vassiliev
Orchestra: Orchestra dell'Arena di Verona
Direttore: Daniel Oren
Coro: Coro dell'Arena di Verona
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