A Gand il Don Giovanni spoglio di Tom Goossens
Sul podio il maestro Francesco Corti dirige con energia
17 dicembre 2025 • 4 minuti di lettura
Opera Ballet Vlaanderen di Gand
Don Giovanni
14/12/2025 - 20/12/2025Per mettere in scena Don Giovanni può bastare una scala, una passerella, qualche cassa di bottiglie, e... qualche gallina ammaestrata. E’ quello che sembra abbia pensato il regista belga Tom Goossens per la nuova produzione dell’opera di Mozart all’Opera Ballet Vlaanderen di Gand. Ed in effetti può bastare, anche se un’opera quasi senza scenografia da spesso un po’ l’impressione che manchi qualcosa. Quello di Goossens è senza dubbio un Don Giovanni inaspettato che lascia molto spazio all’immaginazione guidati dalla musica. Goossens ha già messo in scena nel 2023, sempre per l’Opera fiamminga, delle interessanti Nozze di Figaro e e adesso depura ancora di più la scena con solo, onnipresente, una scala in verticale ed il Commendatore va su e giù, anche nei momenti in cui non dovrebbe esserci, come per ricordarci, con l’immanenza della sua presenza, le conseguenze prossime della vita dissoluta di Don Giovanni. In basso alla scala c’è una botola dove prevedibilmente alla fine Don Giovanni sprofonderà tra le fiamme. I personaggi si muovono lungo una passerella che attraversa tutto il palcoscenico da una quinta all’altra, l’idea è quella di una storia che si ripete e ripete, “come in un loop da cui non è possibile uscire” ha spiegato il regista. Il catalogo delle conquiste del seduttore vi è srotolato come un tappeto, con l’intervento anche di vere galline, bravissime a restarne sopra camminando ben in ordine, grazie a loro e al bravo Leporello “Madamina, il catalogo è questo” è una delle scene più riuscite e divertenti di tutta l’opera. Le galline si prenderanno anche gli applausi alla fine. Sopra e intorno alla passerella si muovono tutti gli artisti, inizialmente presentati, compreso il coro, in sottovesti color carne e che poi assumono costumi dai colori e tratti distintivi. Le scene sono di Sammy Van den Heuvel, coadiuvate dalle luci di Dennis Diels, i bei costumi, essenziali ed eleganti, di Sophie Klenk-Wulff, ma mettere una veletta invece che una maschera a Elvira, Anna ed Ottavio non è stata una buona idea. Quanto alla musica, dalla fossa dell’Orchestra Sinfonica dell'Opera Ballet Vlaanderen sin dalle prime battute è chiara la direzione voluta dal maestro Francesco Corti: l’esecuzione è energica, forte e chiara, in continua tensione, rapida, necessita tanta agilità da parte degli interpreti, solo nella seconda parte dello spettacolo il maestro allenterà in alcuni momenti un po’ il ritmo per dare più respiro alle arie più languide. Il cast è disomogeneo, e disomogenea pure la prestazione di alcuni cantanti. E’ il caso del baritono austriaco Wolfgang Stefan Schwaiger, bel timbro di voce ma ancora non maturo per interpretare con il necessario carisma Don Giovanni, più sicuro e convincente nella seconda parte dello spettacolo, si alternerà nel ruolo con il baritono malgascio Michael Arivony. Buona vocalità e incisiva presenza scenica caratterizzano invece dall’inizio alla fine la prestazione del basso-baritono scozzese Michael Mofidian come Leporello, che si alternerà al basso-baritono neozelandese Samson Setu. Lo stesso può dirsi per la Zerlina del soprano tedesco Katharina Ruckgaber, piacevole da sentire e personaggio ben interpretato, e all’inizio è lei che porta i pantaloni nella coppia mentre Masetto ha l’abito da sposa. Si alternerà con la giapponese Sawako Kayaki. Il tenore belga Reinoud van Mechelen è poi un ottimo Don Ottavio, dizione italiana perfettamente scandita e comprensibile, voce piena e morbida, ma si assottiglia nelle estremità della sua estensione e si nota sopratutto nel secondo atto, nell’aria “Il mio tesoro”, mentre era stato impeccabile nel primo atto. Nel secondo cast come Ottavio c’è il croato Emanuel Tomljenovic. Donna Anna è il soprano svizzero Marie Lys che si è specializzata negli ultimi anni nel repertorio mozartiano, all’inizio la sua voce appare sottile ma poi acquista spessore e domina il ruolo, si alternerà con il soprano ucraino-tedesco Kateryna Kasper. Donna Elvira è affidata invece al soprano italiano Arianna Vendittelli, che tutta vestita di rosso affronta con piglio il ruolo ma non convince completamente, ci sarà poi un’altra italiana, Alessia Panza. Il giovane basso britannico Edwin Kaye è un autorevole Commendatore, mentre il basso-baritono americano Justin Hopkins, pur avendo un bel colore di voce deve migliorare l’articolazione e la dizione per essere un Masetto godibile. Buoni gli interventi del coro istruito da Pedro Beriso e che è coinvolto pure nelle gradevoli coreografie di Femke Gyselinck che in linea, con l’idea di loop del regista, vanno spesso avanti e indietro ripetendo gli stessi movimenti. Questa produzione è l'ultima all'Opera di Gand prima della chiusura temporanea per lavori di ristrutturazione che si annunciano di diversi anni e che porterà l'Opera Ballet Vlaanderen ad organizzare i suoi spettacoli in diverse altre sale.