A Bonn la Beethovenhalle rinasce nel segno della musica

Con la “Lange Beethoven Nacht” Bonn riapre la sua Beethovenhalle

SN

18 dicembre 2025 • 4 minuti di lettura

Lange Beethoven Nacht (Foto Sascha Engst)
Lange Beethoven Nacht (Foto Sascha Engst)

Bonn, Beethovenhalle (Großer Saal)

Lange Beethoven Nacht

16/12/2025 - 16/12/2025

A Bonn la “Lange Beethoven Nacht” del 16 dicembre ha segnato molto più di una semplice riapertura: è stata una dichiarazione d’intenti. Nel giorno convenzionalmente considerato il compleanno di Ludwig van Beethoven, Bonn ha restituito alla città e al Paese la sua Beethovenhalle, chiusa per nove lunghi anni di lavori, tornata ora a splendere come uno dei luoghi simbolo della cultura musicale tedesca e non solo. La serata, concepita come una vera maratona sinfonica, ha avuto il respiro e l’ambizione delle grandi occasioni, trasformando la musica in rito collettivo e gesto civico. Inaugurata nel 1959, la Beethovenhalle è stata e torna ad essere uno degli emblemi architettonici e culturali della rinascita della Germania nel dopoguerra. Costruita sulle macerie della distruzione bellica e della precedente Beethovenhalle (la seconda, dopo quella costruita per il settantacinquesimo compleanno di Beethoven), rappresentò allora la volontà di ricostruire non solo un edificio destinato alla musica, ma anche una identità democratica fondata sulla cultura e sull’apertura internazionale. Dopo un restauro complesso e afflitto da numerosi ritardi, la sala è stata restituita alla città profondamente rinnovata: rispettosa delle linee storiche, ma tecnicamente aggiornata, soprattutto dal punto di vista acustico, oggi nettamente migliorato grazie alle più recenti soluzioni ingegneristiche. 

I discorsi inaugurali hanno dato una certa solennità alla serata. Apriva quello del neosindaco CDU di Bonn, Guido Déus, che ha sottolineato il valore della Beethovenhalle come luogo di incontro e di coesione, uno spazio in cui la città può riconoscersi al di là delle differenze sociali e politiche. Sulla stessa linea il Presidente della Repubblica Federale Frank-Walter Steinmeier, che ha ricordato come la musica e i luoghi che la ospitano siano pilastri fondamentali delle democrazie: spazi di ascolto, dialogo e condivisione, oggi più che mai necessari in una società frammentata. E spiritosamente ha ricordato – facendo i debiti scongiuri – le parole pronunciate da Goethe a proposito della Quinta Sinfonia che esprimevano il timore che la sala potesse crollare sotto la potenza del suono. Parole misurate ma significative in una Europa che fatica a ritrovare il senso della sua esistenza, che hanno inscritto la serata musicale in una cornice esplicitamente civile. 

Quanto alla musica, il programma scelto dalla Beethovenorchester di Bonn diretta per l’occasione dal suo direttore musicale Dirk Kaftan, in carica dal 2017, ha riflettuto con intelligenza questo orizzonte simbolico. Ovviamente le prime note sono state quelle beethoveniane dell’ouverture del balletto Die Geschöpfe des Prometheus (Le creature di Prometeo), un’apertura di serata nel segno dell’umanesimo beethoveniano: il mito della creazione e dell’emancipazione dell’uomo come ideale fondativo. Seguiva il Concerto per pianoforte n. 4 come parentesi di introspezione lirica ma anche vetrina del brillante virtuosismo del pianista Fabian Müller, altro figlio della città di Bonn, impegnato in una prova di grande eleganza e concentrazione, capace di mettere in luce il dialogo intimo e quasi cameristico tra solista e un’orchestra, particolarmente illuminata. 

Non mancava la presenza di un pezzo contemporaneo per ripensare a Beethoven non con spirito museale ma con il suo slancio creativo vivo e problematico. La scelta è caduta su EVERYTHING, ALWAYS della croata Sara Glojnarić, pezzo commissionato nel 2022 da musica femina münchen con la Münchener Kammerorchester (e adattato marginalmente per l’occasione celebrativa della serata), concepito come variante piuttosto spiritosa al felliniano 8 ½ con la voce registrata della stessa Glojnarić che esplicita il proprio confuso processo creativo guidando gli esecutori attraverso un composito mosaico di brani fra tradizione colta e derive pop. Il linguaggio frammentato e l’energia nervosa ma creativa della compositrice raffreddava l’inevitabile enfasi celebrativa preparando il terreno al culmine della serata, la Seconda Sinfonia di Gustav Mahler, l’“Auferstehung”, monumentale e visionaria, affidata a un organico imponente con il Bundesjugendchor tre solisti di rango come il soprano Katerina von Bennigsen, il contralto Gerhild Romberger e l’organista Cameron Carpenter per il solenne movimento finale. Una scelta che ha trasformato la lunga serata di musica in un autentico atto di rinascita sonora e spirituale, perfettamente in sintonia con il senso della riapertura. 

La lunga durata del concerto, oltre quattro ore, ben oltre le consuetudini di una normale stagione sinfonica, ha rafforzato il senso della festa collettiva nel nome della musica. Il pubblico – per lo più composto da invitati – ha riempito tutti gli oltre 1600 posti della grande sala, visibilmente colpito dalla bellezza ritrovata dello spazio e dalla qualità dell’ascolto. La “Lange Beethoven Nacht” ha dimostrato in maniera plastica che la Beethovenhalle non è soltanto un edificio restaurato con cura, ma un luogo nuovamente abitato dal suo senso originario: quello di una casa della musica aperta alla comunità dei cittadini di Bonn, alla loro storia e a un luminoso futuro.