Tutti i travestimenti del “Cavaliere della rosa”

A Parigi una nuova produzione dell’opera di Richard Strauss con la regia di Krzysztof Warlikowski

Der Rosenkavalier (foto Vincent Pontet)
Der Rosenkavalier (foto Vincent Pontet)
Recensione
classica
Parigi, Théâtre des Champs-Elysées
Der Rosenkavalier
21 Maggio 2025 - 05 Giugno 2025

Nuova produzione di Der Rosenkavalier di Richard Strauss secondo Krzysztof Warlikowski, regista polacco spesso contestato e lo è stato un po’ anche stavolta, che per il Théâtre des Champs-Elysées ne ha concepito una versione tutta giocata sui travestimenti, attualizzata nell’ambiente delle moderne produzioni cinematografiche, con la marescialla che è una diva sul viale del tramonto e le scenografie che mostrano camerini e sale di proiezione. Se le scelte registiche, pur ricche di idee interessanti, lascino un po’ perplesse sopratutto perché la nuova narrazione risulta un po’ impasticciata, si sorvola presto sulle molte incoerenze ed il visuale volgare-elegante da colori vividi, grazie agli ottimi interpreti ed una direzione d’orchestra capace di bene mettere in evidenza tutta la modernità della musica di Richard Strauss in contrappunto ai valzer e all’ambientazione settecentesca del sofisticato libretto di Hofmannsthal.

Der Rosenkavalier (foto Vincent Pontet)
Der Rosenkavalier (foto Vincent Pontet)

Sul podio il maestro ungherese Henrik Nánási, che è stato assistente di Pappano al Covent Garden, alla testa dell'Orchestre National de France realizza con efficacia, anche se non perfetta finezza, le dinamiche complesse della partitura combinando con grande naturalezza i suoni striduli novecenteschi con le dolci melodie danzanti. Bravo il trio delle protagoniste -  il mezzo Niamh O'Sullivan (Octavian) e i soprano Véronique Gens (la Marescialla) e Regula Mühlemann (Sophie) –  ottimo anche il barone Ochs cantato dal basso Peter Rose, cameo di lusso per Francesco Demuro nella parte del Tenore italiano, soddisfacenti il baritono Jean-Sébastien Bou come Faninal, il mezzo Eléonore Pancrazi e il tenore Krešimir Špicer sono Annina e Valzacchi qui trasformati in una carcaturale giornalista con il suo fonico, di buon livello pure tutti gli altri interpreti. L’opera si apre con una proiezione in bianco e nero che mostra le cantanti che interpretano la Marescialla e Octavian al naturale, senza trucco, tra le lenzuola.

Der Rosenkavalier (foto Vincent Pontet)
Der Rosenkavalier (foto Vincent Pontet)

Ci si aspetta una nuova narrazione, ad una storia tra due donne, ma finito il video si ritorna alla storia originale, con Octavian en travesti, ma vestito come un  figlio dei fiori anni ‘70. Sarà così per tutto lo spettacolo, con diverse nuove proposte d’interpretazione interessanti lasciate cadere per non allontanarsi troppo dal libretto, un guazzabuglio di spunti che vanno in tante direzioni senza trovare infine soddisfacente, forte nuova  coerenza narrativa, un vero peccato. La parte di Octavian, che inizialmente doveva essere interpretata da Marina Viotti, è stata infine affidata, ed è stato un debutto nel ruolo con onore, alla giovane irlandese Niamh O'Sullivan che si era fatta notare al TCE lo scorso febbraio in Semele nella parte di Ino. Timbro caldo, ramato, facilità agli acuti, la sua è una versione di Octavian più come un ragazzaccio ribelle che giovane raffinato cavaliere. In crescendo poi la prestazione di Véronique Gens come Marescialla, sempre molto elegante, entra sempre più nel personaggio e infine è molto toccante la sua interpretazione di donna matura che accetta il tempo e l’amore che passano. Sempre più intensi, dolenti e consapevoli i suoi duetti con Octavian e l a Gens mostra anche bene tutto l’imbarazzo di lei costretta ad una scena di sesso con un giovane prestante, il tenore italiano, con il bravo Demuro che riesce a cantare la sua aria senza essere troppo ridicolo anche se solo con indosso uno slip rosso. Molto ben riusciti musicalmente anche i duetti tra Octavian e Sophie, quest’ultima con la bella voce del giovane soprano svizzero Regula Mühlemann, peccato che il suo vestito del primo tempo la renda pure un po’ ridicola.

Der Rosenkavalier (foto Vincent Pontet)
Der Rosenkavalier (foto Vincent Pontet)

I costumi, dalle tante ispirazioni, compresi quella tirolese, come le scene apparentemente semplici ma dai tanti riferimenti stilistici, sono di Małgorzata Szczęśniak e sono tra gli elementi meno apprezzabili dello spettacolo. Invece, interessante nella contrapposizione di stili, le coreografie street dance di Claude Bardoui che sottolineano i valzer del barone Ochs, ruolo per cui il basso Rose è già stato acclamato su molte scene, e che interpreta pure a Parigi con ironia e garbo, malgrado la volgarità del personaggio, anche se le note basse non sono pienissime. Molto belli tutti i video, in bianco e nero, di Kamil Polak, che oltre a quello iniziale, mostrano un film muto d’inizio Novecento del momento della presentazione della rosa e poi l’amaro finale della Marescialla in salotto in compagnia del vecchio marito, un finale che sembra aperto perché i due parlano ma, non sentendo quello che si dicono, resteranno insieme oppure si stanno infine più modernamente lasciando?

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