Tra Freud e Brahms

D'Espinosa sul podio della Verdi

Recensione
classica
Orchestra Verdi Milano
11 Ottobre 2012
Nella preparazione di un concerto, l'impaginazione è un momento delicato come pochi altri. Quanto meno per gli ascoltatori, sempre a rischio di perdersi nell'oceano dei suoni se non forniti di una bussola adeguata. Non è questo il caso della serata di ieri all'Auditorium di Milano dove si è tenuta a battesimo la nuova composizione di Orazio Sciortino. "Träume(Trauer)Stimmen", questo il titolo, è un brano concepito intorno alla teoria dei sogni di Freud. Gesti muscolari, trama sonora fitta e non priva di una certa tensione covante, improvviso stagliarsi di timbri strumentali: questa tesa evocazione della dimensione del sonno sembra guardare al lato più angosciante dell'animo umano. Certo una composizione che merita un secondo ascolto più meditato. Non meno evocativo quello che Castelnuovo-Tedesco ha definito «il più ambizioso dei miei progetti», ovvero il "Concerto n. 2 per violino e orchestra op. 66” scritto per Jascha Heifetz. L'atmosfera sognante si colora qui di un sapore mediorientale per via del riferimento biblico ai profeti Isaiah, Jeremiah ed Eliah. L'intensa cantabilità, in particolar modo nelle dinamiche trattenute e nel registro alto, del violino di Domenico Nordio, ha saputo rendere gradevoli quei passi virtuosistici che il compositore, suo malgrado, inserì su richiesta dello stesso Heifetz e che forse oggi pesano sugli anni dell'opera. Anni che invece non sembrano riuscire a coprire di polvere la "Sinfonia n. 3 in Fa maggiore op. 90” di Brahms. Con una gestualità da ammiraglio in mezzo alla tempesta, il direttore Gaetano d'Espinosa ha saputo tirar fuori il meglio dall'Orchestra Verdi, facendo scintillare quei «giochi di prospettiva illusoria» (Quirino Principe) che paiono costituire l'ossatura ideativa di una delle più notevoli creazioni brahmsiane.

Interpreti: Domenico Nordio, violino

Orchestra: Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi

Direttore: Gaetano d'Espinosa

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