Giulio Cesare petroliere

Trionfale avvio del Festival di Pentecoste a Salisburgo

(nella foto di Hans-Jörg Michael) Andreas Scholl e Cecilia Bartoli
(nella foto di Hans-Jörg Michael) Andreas Scholl e Cecilia Bartoli
Recensione
classica
Pfingfestspiele Salisburgo
Georg Friedrich Haendel
25 Maggio 2012
Un sontuoso concerto di stelle del canto barocco, che metteva insieme tre generazioni di specialisti del genere: i giovani Jaroussky e Dumaux, i maturi Bartoli e Scholl e i veterani von Otter e Kowalski. Questo era il "Giulio Cesare" che ha aperto trionfalmente il Festival di Pentecoste a Salisburgo, il primo diretto da Cecilia Bartoli. Nei panni di Cleopatra Bartoli era anche la prima donna assoluta della serata, infaticabile, scatenata nei panni della soubrette sguaiata e toccante nei toni più seri del finale. Nella schiera di controtenori, Jaroussky (il più festaggiato, Bartoli a parte) e Dumaux scintillavano per fulgore vocale e ricchezza espressiva, mentre Scholl era più monocorde e Kowalski si difendeva come caratterista di lusso. Da parte sua, von Otter teneva testa con una prova tutta misura e profondità da grande interprete qual è. Più che dignitosi Drole e Kálmán. In buca, Giovanni Antonini, alla testa dello straordinario Giardino Armonico, esaltava la straordinaria varietà di affetti e di accenti della partitura händeliana. Tale varietà veniva purtroppo tradotta dai registi Caurier e Leiser in uno sciagurato guazzabuglio di situazioni tra il banale (Giulio Cesare petroliere con bandierina UE in un devastato paesaggio mediorientale), lo choc gratuito (Sesto preparato come uomo-bomba per il sacrificio nel finale secondo e l‘incredibile finale con tank puntato sul pubblico), con qualche raro momento felice (il toccante duetto Cornelia-Sesto nel finale primo). Anche nell‘introspezione dei personaggi, loro tradizionale punto di forza, zoppicano fra parossisimi come l'ossessione sessuale del satrapo onanista e incestuoso Tolomeo, e lo sguardo delicato del rapporto madre-figlio fra Cornelia e Sesto, la parte migliore dello spettacolo. Fischiatissimi dal pubblico.

Note: Nuova produzione per il Festival di Pentecoste di Salisburgo. Rappresentazioni: 25 e 27 maggio; 23, 25, 27, 29 e 31 agosto 2012.

Interpreti: Andreas Scholl (Giulio Cesare), Cecilia Bartoli (Cleopatra), Anne Sofie von Otter (Cornelia), Philippe Jaroussky (Sesto), Christophe Dumaux (Tolomeo), Jochen Kowalski (Nireno), Ruben Drole (Achilla), Peter Kálmán (Curio)

Regia: Moshe Leiser e Patrice Caurier

Scene: Christian Fenouillat

Costumi: Agostino Cavalca

Coreografo: Beate Vollack

Orchestra: Il Giardino Armonico

Direttore: Giovanni Antonini

Luci: Christophe Forey

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Successo per Beethoven trascritto da Liszt al Lucca Classica Music Festival

classica

Non una sorta di bambino prodigio ma un direttore d’orchestra già maturo, che sa quello che vuole e come ottenerlo

classica

Nuova opera sul dramma dell’emigrazione