Un viaggio teatrale nei meandri della mente

L'inusuale accoppiata dei due lavori di Bartók e Schönberg produce nella lettura di Willy Decker e Lothar Zagrosek una serata di grande teatro.

Recensione
classica
Royal Opera House (ROH) Londra
Arnold Schönberg
27 Febbraio 2002
E' un'impresa molto coraggiosa da parte delle Royal Opera House quella di presentare nella stessa serata Erwartung di Schonberg ed Il castello di Barbablu di Bartok. L'accoppiata non è ovvia, e nessuno dei due lavori è repertorio abituale sui maggiori palcoscenici operistici: al Covent Garden Erwartung è apparso in cartellone una sola volta, nel 1962, e Barbablu era stato presentato dall'Opera Nazionale Ungherese in tournè a Londra nel 1989. Ma nel dare carta bianca al regista tedesco Willy Decker la Royal Opera house ha fatto una scommessa che ha prodotto ottimi risultati. Decker vede l'elemento unificante dei due lavori nell'esplorazione dell'inconscio, e nella scoperta del contrasto tra maschile e femminile, che interpreta come una continua tensione alternante tra il desiderio ed il rifiuto: così Barbablu e Judit rappresentano i due principi, e la loro impossibilità di comunicare (Barbablu non vuole rispondere alle domande di Judit, e questa nel suo desiderio di aprire tutte le porte non può dare a Barbablu l'amore incondizionato che lui desidera) conduce all'isolamento e alla repressione, invece di realizzare la fusione rigeneratrice promessa dalla quinta e sesta porta. Lo stesso motivo è alla base della lettura di Erwartung, dove il principio femminile, isolato e represso, reagisce in maniera violenta alla mancanza di comunicazione e di fiducia instauratosi ed uccide il principio maschile. Decker rappresenta i due lavori come due atti di uno stesso dramma, due atti che si rispecchiano l'uno nell'altro: nel primo siamo condotti attraverso la mente di Barbablu, rappresentata dal suo castello, nel secondo attraverso quella della donna, che viene identificata con Judit: la scena non cambia, i costumi sono gli stessi, ed un attore rappresenta l'amante che la donna sta cercando e che alla fine nel suo delirio (un delirio apparentemente causato dalla separazione che conclude il lavoro di Bartok) uccide. Si tratta di una lettura convincente e coerente, e che produce uno spettacolo emotivamente e drammaticamente intenso, anche grazie alle scene di John Macfarlane (un castello in rovina dalle pareti oppressivamente metalliche, con un candeliere caduto dal soffitto a dominare il centro del palcoscenico) ed alle luci di David Finn. Willard White è un Barbablu vocalmente e fisicamente imponente, in cui si alternano forza e disperazione, violenza e gentilezza, e Katarina Dalayman è una rivelazione del ruolo di Judit. Inga Nielsen nel ruolo della donna in Erwartung non riesce a raggiungere gli stessi livelli di intensità, ma sembra limitata dal materiale piuttosto che dalle proprie capacità. Lothar Zagrosek a capo dell'Orchestra della Royal Opera House produce una lettura eccellente dei due lavori, dinamicamente eccitante e ricca di colore: non stupisce quindi il fatto che l'opera di Stoccarda, di cui è direttore musicale, sia al momento considerata uno dei migliori teatri in Germania. I risultati del botteghino probabilmente si riveleranno insoddisfacenti, come è spesso il caso con questo genere di repertorio, ma questa produzione sicuramente arricchisce ulteriormente il cartellone della Royal Opera House in una stagione che si sta rivelando di altissimo livello.

Note: nella stessa serata andrà in scena "A Kékszakállú herceg vára (Il castello del Principe Barbablù)" di Béla Bartók

Interpreti: Inga Nielsen (per Barbablu: Willard White, Katarina Dalayman)

Regia: Willy Decker

Scene: John McFarlane

Costumi: John McFarlane

Orchestra: Orchestra della Royal Opera House

Direttore: Lothar Zagrosek

Coro: Coro della Royal Opera House

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