Un gioiello riscoperto: la “Psyché” di Thomas per Bru Zane Label

Il 31 ottobre la collana “Opéra français” di Bru Zane Label si arricchisce di un nuovo titolo dal repertorio operistico francese del prolifico compositore, oggi noto soprattutto per “Hamlet” e “Mignon”

SN

31 ottobre 2025 • 4 minuti di lettura

In collaborazione con Palazzetto Bru Zane

Béla Bartok National Concert Hall del Müpa di Budapest @MNF_foto_Csibi Szilvia
Béla Bartok National Concert Hall del Müpa di Budapest @MNF_foto_Csibi Szilvia

È annunciata per il 31 ottobre 2025 la nuova uscita per l’etichetta Bru Zane Label: si tratta di Psyché di Ambroise Thomas, una primizia assoluta, essendo questa la prima registrazione mondiale di un’opera scomparsa da lungo tempo dai repertori dei teatri. La collana “Opéra français” accoglie così un titolo ambizioso, corredato come sempre da un volume di 192 pagine che contiene saggi musicologici di Alexandre Dratwicki, Alban Ramaut e Arthur Pougin, il libretto e apparati critici. L’uscita si inserisce nel progetto intrapreso da anni del Palazzetto Bru Zane – Centre de musique romantique française di valorizzare e riportare all’attenzione del pubblico opere rare o dimenticate del repertorio operistico francese.

Nato a Metz nel 1811 e morto a Parigi nel 1896, Charles Louis Ambroise Thomas nel corso della sua carriera si impose come figura centrale del teatro musicale francese del XIX secolo. Vincitore del prestigioso Prix de Rome nel 1832 con la cantate Herman et Ketty, nei tre anni trascorsi a Villa Medici stringe amicizia con artisti come i pittori Jean Auguste Dominique Ingres e Hippolyte Flandrin e tornato in patria si dedica soprattutto alla composizione di lavori per il teatro musicale. Oltre all’attività di compositore, Thomas fu anche direttore del Conservatorio di Parigi dal 1871 al 1896, influenzando generazioni di musicisti e contribuendo a tramandare una visione che guardava alla fusione tra virtuosismo vocale e orchestrazione elaborata. Della ventina di opere da lui composte, oggi si ricordato soprattutto per Hamlet del 1868 e Mignon del 1866. Scomparsa dalle scene da lungo tempo, Psyché rappresenta un lavoro raffinato nella sua combinazione di tradizione dell’opéra-comique, ma con ambizioni più elevate, con chiare influenze italiane e una sensibilità romantica piuttosto elaborata.

Rappresentata per la prima volta all’Opéra-Comique di Parigi nel 1857, nel 1878 Psyché fu profondamente revisionata dal suo autore che dai tre atti originali la trasformò in un’opera in quattro atti. Secondo quanto riportò Le Petit Journal nel 1878, probabilmente la causa fu il “succès très-modéré” di un lavoro capito solamente dagli spettatori musicalmente più sensibili o colti. Non andò molto meglio al rifacimento del 1878, allestito in modo molto lussuoso e brillante, molto apprezzato dal pubblico, ma i critici notarono che l’opera restava un po’ monotona o meno popolare perché la revisione attenuava il lato comico e i dialoghi parlati, entrambi elementi dalla presa popolare nell’opéra comique.

Psyché  (c) Filippo Rossi
Psyché (c) Filippo Rossi

Gli ingredienti comunque c’erano tutti per creare un prodotto di qualità a cominciare dal libretto scritto da Jules Barbier e Michel Carré, che collaborarono con Thomas anche per Mignon e Hamlet, e che in Psyché furono piuttosto abili nel trovare un equilibrio fra le componenti comiche e quelle tragiche del soggetto preso a prestito dal celebre racconto di Apuleio ma con parecchie licenze. Un po’ come nella mitologia greca riformulata da Jacques Offenbach, anche se nell’opera di Thomas con meno spirito anarchico.

Protagonista dell’opera è la bellissima Psyché, venerata dagli uomini come una dea ma avversata dalle invidiose sorelle Dafné e Bérénice e soprattutto da Venere che, gelosa, decide di punirla per la sua bellezza ordinando, tramite un oracolo, che la donna venga gettata in mare dall’alto di una roccia. Eros, però, colpito anch’egli dalla bellezza della ragazza, se ne innamora e la fa trasportare da Zefiro in un palazzo incantato. Eros intende sposarla ma non senza il consenso della madre Venere. Nell’attesa, Mercurio impone come condizione che egli non si faccia riconoscere dalla donna. Psyché resiste alla curiosità di conoscere l’amante sconosciuto che la raggiunge ogni notte finché non viene convinta dalle sorelle, condotte da Venere, ad accendere una lampada di notte per vederne finalmente il volto. Riconosciuto il volto divino di Eros, Psyché se ne innamora ma una goccia d’olio della lampada cade sul volto del dio e lo risveglia. Psyché sarebbe destinata agli Inferi se Mercurio non tentasse prima un ultimo inganno per riguadagnare le grazie di Venere. Psyché non ci casca ma ci cascano invece le maldestre sorelle e finalmente la ragazza coronerà il suo sogno d’amore con l’adorato Eros celebrando le nozze divine.

Sul piano musicale Psyché fonde momenti lirici, drammi psicologici ma anche parentesi leggere, offrendo all’ascoltatore un’esperienza che varia dal sublime al grottesco. Le vocalità si distinguono per passaggi virtuosistici, soprattutto nei ruoli principali (in particolare quello d’Eros, con ampie colorature) e i corpi del coro e dell’orchestra svolgono un ruolo attivo nella costruzione delle atmosfere. 

La nuova registrazione, che presenta la prima versione dell’opera di Thomas con dialoghi parlati, è stata realizzata fra il 10 e il 12 febbraio 2025 presso il Béla Bartok National Concert Hall del Müpa di Budapest (il giornale della musica ne ha già parlato qui)   con Orchestra e Coro Nazionali Ungheresi diretti da György Vashegyi. Il cast internazionale ha in Hélène Guilmette una briosa protagonista e accanto a lei Antoinette Dennefeld, Tassis Christoyannis, Mercedes Arcuri e Anna Dowsley, Artavazd Sargsyan e Philippe Estèphe.

La pubblicazione non è solo un’occasione per gli appassionati: è un invito al pubblico più vasto a riscoprire una pagina elegante e raffinata del romanticismo francese, dove virtuosismo vocale e profondità drammatica vanno a braccetto, oltre che un approfondimento della conoscenza di uno dei grandi operisti dell’Ottocento.