Niente Ghent per i Münchner Philarmoniker
Cancellato l’invito del Flanders Festival Ghent all’orchestra per la presenza del direttore israeliano Lahav Shani per non aver condannato pubblicamente il governo del suo Paese
12 settembre 2025 • 2 minuti di lettura

I Münchner Philharmoniker e il loro futuro direttore principale Lahav Shani non si esibiranno al Flanders Festival Ghent 2025 che si inaugura nella città belga il prossimo 13 settembre. Il motivo? La presenza di Lahav Shani, nato a Tel Aviv e direttore musicale dell’Orchestra Filarmonica di Israele. Il concerto era in cartellone il 18 settembre e sarebbe stato uno dei momenti forti del festival secondo gli organizzatori.
Nonostante Lahav Shani si sia espresso più volte a favore della pace e della riconciliazione con le popolazioni palestinesi, secondo gli organizzatori del Flanders Festival il suo dissenso nei confronti del governo del suo Paese non sarebbe abbastanza chiaro e, quindi, “in accordo con l'appello del ministro della Cultura, del consiglio comunale di Ghent e del Dipartimento per la Cultura di Ghent, abbiamo deciso di rinunciare alla collaborazione con partner che non hanno preso chiaramente le distanze dal governo israeliano.”
Nell’apprendere della cancellazione del concerto già annunciato nella rassegna musicale, l’orchestra e la città di Monaco di Baviera hanno espresso sgomento e sdegno poiché “bandire le persone dal palcoscenico, dalle sale da concerto o da altri luoghi pubblici a causa della loro origine o appartenenza religiosa è un attacco ai valori fondamentali europei e democratici.” L’orchestra bavarese, attraverso le parole del suo direttore generale Florian Wiegand, si dichiara “sconvolta dal fatto che un festival in Belgio, nel cuore dell'Europa, il paese sede dell'Unione Europea, prenda una decisione così inconcepibile.” Non usa mezzi termini il ministro della Cultura dello Stato federale della Baviera, l’indipendente Wolfram Weimer, che ha condannato con forza la cancellazione del concerto, sostenendo che “a un’orchestra tedesca di prim'ordine e al suo direttore ebreo viene cancellato l’invito è una vergogna per l'Europa.” Secondo l’esponente politico, con il pretesto di una presunta critica a Israele si starebbe attuando un vero boicottaggio culturale: “Si tratta di puro antisemitismo e di un attacco ai fondamenti della nostra cultura”, ha dichiarato, aggiungendo trattarsi di un “precedente pericoloso”. Nelle sue parole, “se diventa accettabile cancellare orchestre tedesche e artisti ebrei, viene superata una linea rossa. I teatri europei non devono diventare luoghi in cui antisemiti dettano il programma” e assicura che la Germania non lo accetterà, promettendo di portare la discussione nel consesso europeo.