L’Opera-Balletto delle Fiandre ha presentato la sua nuova stagione

Un libro ripercorre i dieci anni di direzione di Cahn

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La copertina del volume che ripercorre i dieci anni di Cahn ad Anversa
La copertina del volume che ripercorre i dieci anni di Cahn ad Anversa

L'Opera Vlaanderen Royal Ballet Flanders, che ha appena ricevuto l'International Opera Award come miglior compagnia d'opera, ha presentato la sua nuova stagione ma anche il suo nuovo direttore artistico Jan Vandenhouwe che succede a Aviel Cahn che, dopo dieci anni di lavoro tra Anversa e Gand, va al Grand Théâtre di Ginevra. Vandenhouwe, musicologo e drammaturgo che ha lavorato negli ultimi anni alla Ruhrtriennale, ha tenuto subito a sottolineare come l’istituzione che è stato chiamato a dirigere continuerà a caratterizzarsi sempre più per l’innovazione e, caso più unico che raro nel modo, per un rapporto sempre più stretto tra opera e danza. Per quest’ultimo comparto, per il quinto anno consecutivo è confermato come direttore artistico Sidi Larbi Cherkaoui e sarà un anno speciale anche perché celebrativo della nascita, 50 anni fa, del Balletto reale delle Fiandre. Anche la direzione musicale si è recentemente rinnovata con l’arrivo del maestro argentino Alejo Pérez.

Verdi, Berio, Mozart-Da Ponte, Weill, Schumann, Dvorak tra i compositori più noti all’onore in un cartellone ricco di 24 produzioni, per la maggior parte tutti nuovi allestimenti, tra cui a gennaio 2020 una nuova produzione mondiale, Rasa, una rivisitazione del giovane coreografo argentino Daniel Proietto del balletto romantico La Bayadère con musica di Mikael Karlsson che è stato anticipato sarà un ponte tra le tradizioni musicali d’ Oriente e d’Occidente. Ma innanzitutto la nuona stagione si aprirà il 19 settembre prossimo con una nuova produzione del Don Carlos di Verdi, con Leonardo Capalbo come protagonista, è la versione di Modena del 1886 in cinque atti in francese, per la regia di Johan Simons  e scene del fiammingo Hans op de Beek. Sarà la prima direzione del maestro Alejo Perez per l’Opera-Ballet, e il maestro sarà sul podio pure per la Messa da Requiem sempre di Verdi, compositore di cui sarà ripreso anche il Macbeth di Michael Thalheimer  ma stavolta sul podio  ci sarà Carignani. 

La stagione si sviluppa su più filoni che si intrecciano tra loro: il Don Carlos si inserisce in quello dell”idealismo” che comprende anche il Faust di Robert Schumann a giugno 2020 diretto dal regista Julian Rosefeld, noto per le sue imponenti installazioni video, e la proposizione ad Anversa del Cosi fan tutte di Mozart diretto e coreografato per l'Opera National de Paris nel 2017 da Anne Teresa De Keersmaeker, una produzione “ibrida” opera-balletto, l’ibrido essendo l’altro grande filone della stagione. Di Mozart sarà pure presentata a marzo una nuova versione della triologia Da Ponte per la regia di Tom Goossens. 

La prima produzione “ibrida” sarà però da non perdere a dicembre un nuovo allestimento di Rusalka di Dvorak con la regia del giovane norvegese Alan Lucien Øyen, pure responsabile della coreografia, sul podio Giedrė Šlekytė.  Tra le rarità, oltre al già citato Faust di Schumann, un’altra opera “diabolica”: Der Schmied von Gent di Franz Schreker del 1932 che il nazismo ha messo all’indice e poi dimenticata. Questa riscoperta sarà il debutto alla regia d’opera del provocatore regista tedesco Ersan Mondtag, sul podio Alejo Pérez. Le forze demoniache hanno un ruolo anche in Usher, la nuova opera da camera del compositore Annelies van Parys, librettista Gaea Schoeters, basato sugli schizzi di Claude Debussy per The fall of the Usher house di Edgar Allen Poe, lavoro già molto apprezzato alla Berliner Staatsoper. 

Nei concerti, un ruolo speciale occupa Luciano Berio: i suoi Brani Folk si confronteranno con l'opera Der Jasager di Kurt Weill; la sua Symphony of Expectation sarà affiancata al monodramma Erwartung di di Arnold Schoenberg; il Rendering, la ricomposizione che Berio ha fatto degli schizzi incompiuti per la decima sinfonia di Schubert si confronterà con la Sinfonia n. 4 di Mahler. 

Tra i tanti balletti nel cartellone che celebrano il Cinquantenario, doveroso citare almeno anche la ripresa della prima coreaografia danzata dalla compagnia, il Cantus Firmus di Jeanne Brabantes su musica di Bach; la proposizione per la prima volta nelle Fiandre di Mea Culpa di Sidi Larbi Cherkaoui creato a Montecarlo e la riproposizione della Sacre du Printemps di Pina Bausch. 

Se il premio come migliore compagnia d’opera ha coronato  i dieci anni di lavoro di Aviel Cahn all'Opera Vlaanderen, il libro “Opera Out of the Box, 2009-2019, The Cahn Years at Opera Vlaanderen”, pubblicato da Stockmans Art Books, ne è un altro importante tributo. 

Il volume, di 720 pagine, non è una semplice retrospettiva del periodo di Cahn all'Opera-Ballet, da quando a 33 anni è diventato qui il più giovane sovrintendente in Europa, ma ne mostra la produttiva e vincente visionarità nonché la creatività di cui ha saputo circondarsi. Il volume raccoglie il contributo di 16 autori e 10 intervistati tra critici d'arte, direttori artistici, drammaturghi, registi teatrali, librettisti, compositori e direttori di scena. “Opera Out of the Box” è anche un viaggio nelle settanta produzioni dell'ultimo decennio attraverso una magnifica galleria fotografica di 200 pagine. 

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