Il Festival di Salisburgo 2026

Dal 17 luglio al 30 agosto

SN

05 dicembre 2025 • 4 minuti di lettura

Lukas Crepaz , Kristina Hammer  e Markus Hinterhäuser (Foto Peter Rigaud)
Lukas Crepaz , Kristina Hammer e Markus Hinterhäuser (Foto Peter Rigaud)

Presentato a Salisburgo il cartellone del Festival in programma nella città austriaca dal 17 luglio al 30 agosto. Inaugurate dal concerto Miserere dell’Utopia Orchestra diretta da Teodor Currentzis e da un nuovo allestimento del tradizionale Jedermann di Hugo von Hofmannstahl sulla gradinata della Cattedrale, saranno 171 le rappresentazioni in programma nei 45 giorni di durata, oltre a 37 rappresentazioni del programma “jung & jede*r” destinato al pubblico più giovane.

Nelle intenzioni della direzione artistica, il Festival di Salisburgo 2026 vuole riflette sulle identità in trasformazione e sull’allargarsi degli orizzonti esistenziali, mentre i personaggi in scena cercano sé stessi nel confronto con gli altri. I lavori presentati esplorano le molte forme dell’amore e la tensione fra cuore e ragione, riprendendo l’idea pascaliana che il cuore conosca verità ignote alla ragione. Attraverso figure come Carmen, Arianna o San Francesco, si delinea un viaggio interiore che sfida convenzioni sociali e modelli di vita dominanti. Le creazioni presentate affrontano illusioni, traumi, colpe e desiderio di catarsi, interrogando il nostro rapporto con il tempo e la finitezza. L’arte, e in particolare la musica, diventa così il luogo in cui il fluire del tempo diventa percepibile e trova senso la ricerca umana di significato.

Nel cartellone operistico grandi titoli del repertorio si affiancano a produzioni contemporanee e versioni in forma di concerto. L’apertura è affidata a Carmen di Georges Bizet, riletta dalla regista e coreografa Gabriela Carrizo. Con il tocco visionario della compagnia Peeping Tom, Carrizo esplora gli strati più profondi dell’identità della protagonista, indagandone inconscio e desideri. Teodor Currentzis dirige l’Utopia Orchestra e un cast guidato da Asmik Grigorian nel ruolo della protagonista. La prima è in programma il 26 luglio al Großes Festspielhaus. Un altro nuovo allestimento è Ariadne auf Naxos di Richard Strauss, che segna il debutto salisburghese di Ersan Mondtag, che promette di spostare l’azione su Marte, trasformando l’isola mitica in un deserto extraterrestre. Elīna Garanča impegnata nel ruolo di Ariadne, affiancata da Kate Lindsey come Compositore, saranno dirette da Manfred Honeck. La prima è prevista il 2 agosto all’Haus für Mozart. Il 4 agosto è annunciato il Saint François d’Assise di Olivier Messiaen, opera monumentale che torna alla Felsenreitschule con la regia di Romeo Castellucci e la direzione di Maxime Pascal. Philippe Sly debutta nel ruolo del santo francescano. Dal Festival di Pentecoste il 5 agosto arriva Il viaggio a Reims di Rossini, che Barrie Kosky trasforma in un vivace gioco teatrale, perfetto per valorizzare il carattere corale e brillante dell’opera. Cecilia Bartoli guida un cast di gran livello, con la direzione musicale di Gianluca Capuano. Il titolo mozartiano del 2026 è Così fan tutte, che il 6 agosto torna in una versione ampliata nell’allestimento che Christof Loy firmò già nel 2020. Joana Mallwitz torna sul podio dei Wiener Philharmoniker.

Completano il cartellone operistico alcune proposte in forma semiscenica o concertante. Il 2 agosto alla Felsenreitschule va in scena Lucio Silla, nuova tappa del percorso mozartiano di Birgit Kajtna-Wönig. Il 23 luglio la Kollegienkirche ospita Passion di Pascal Dusapin, raffinato omaggio ai miti di Orfeo ed Euridice del compositore francese. Seguono Werther di Massenet, con Benjamin Bernheim e Marianne Crebassa nei ruoli dei protagonisti diretti da Alain Altinoglu, in programma il 29 luglio e il 1° agosto, e Der Prinz von Homburg di Hans Werner Henze, presentato in forma di concerto il 20 agosto sotto la guida di Ingo Metzmacher.

Tradizionalmente molto ricco, il programma concertistico 2026 sarà inaugurato dall’Ouverture spirituelle – Miserere, che rifletterà sul senso di colpa e la richiesta di misericordia attraverso opere di Pärt, Huber, Allegri, Mozart e altri, intrecciandosi con una versione scenica del De Profundis di Oscar Wilde. Un asse centrale della programmazione concertistica è il grande omaggio a György Kurtág, figura strettamente legata alla storia del Festival: nove concerti presentano una selezione rappresentativa del suo catalogo, dalla concentrazione estrema del linguaggio alle riflessioni intime affidate alla voce e alla musica da camera. Kurtág appare anche accanto a Berg e Brahms nel programma dell’Utopia Orchestra diretta da Teodor Currentzis. In concomitanza con la nuova produzione di Saint François d’Assise, in Visions de Messiaen il Festival esplora l’espressività mistica del compositore francese, la dimensione del sacro e la sua concezione del tempo musicale come esperienza spirituale, rendendo omaggio a un autore che ha trasformato la percezione del suono in atto contemplativo. Altro fulcro della programmazione concertistica è il ritratto della giovane compositrice italiana Francesca Verunelli, che inaugura una nuova serie dedicata ai protagonisti della musica contemporanea. I suoi lavori, premiati e commissionati da importanti istituzioni internazionali, rivelano una ricerca sul “tempo scritto” e sull’evoluzione del suono come materiale vivo, confermando la sua voce come una delle più originali della scena europea. A completare il cartellone, i concerti della Wiener Philharmoniker con direttori quali Dudamel, Muti e Nelsons, le orchestre ospiti da Berlino a Budapest, i recital di interpreti come Kissin, Wang e Volodos, i programmi cameristici con Kopatchinskaja, Jansen e Capuçon, e le iniziative dedicate ai giovani talenti, dal Karajan Young Conductors Award allo Young Singers Project.

Il programma completo è qui