I teatri lirici in cassa integrazione 

Le Fondazioni lirico-sinfoniche alle prese con l’emergenza pensano a come ripartire in autunno: una task force per la riapertura

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Teatro Carlo Felice Cassa integrazione
Foto di Ilaria Molinelli

Come anticipato nell’intervista al nostro giornale dal sovrintendente del Teatro La Fenice, Fortunato Ortombina, sono ormai più le eccezioni nel panorama delle Fondazioni lirico-sinfoniche italiane quelle a non aver fatto ricorso alla cassa integrazione per cercare di tamponare la situazione di blocco dell’attività dei teatri che rischia di protrarsi ben oltre la cosiddetta fase 2.

Il Teatro Carlo Felice di Genova è solo il caso più recente: i 240 dipendenti della Fondazione – dai professori d’orchestra, ai tecnici, al personale amministrativo e di sala – sono stati informati alla vigilia di Pasqua della decisione della sovrintendenza di ricorrere per 9 settimane al FIS, il fondo di integrazione salariale, che comporta una decurtazione del 40% del salario di base. 

Il coronavirus e i teatri in cassa integrazione

La situazione permane molto complessa con perdite da mancati incassi al momento stimate a circa 20 milioni. Mentre non si contano più le cancellazioni in tutta Europa dei festival musicali dell’estate, è forte il timore che il bilancio delle perdite possa aggravarsi se saltassero anche le stagioni estive dell’Opera di Roma alle Terme di Caracalla e all’Arena di Verona, la cui dirigenza ha deciso già a marzo la messa in cassa integrazione del proprio personale. 

Quand’anche si decidesse di riaprire i teatri immediatamente dopo il 3 maggio, la data al momento fissata dal governo per la fase 2, difficile immaginare che si possa immediatamente rimettere in moto la macchina produttiva dopo oltre due mesi di inattività e con strutture che difficilmente consentirebbero le necessarie misure di prevenzione del contagio. Più realistico probabilmente pensare a una ripresa in autunno, magari avendo messo a punto piani concreti per la ripartenza in sicurezza. Questo promette di fare la task force dei responsabili della sicurezza e degli allestimenti dei teatri lirici istituita dall’ANFOLS con l’incarico di stilare un protocollo da presentare e discutere con le autorità sanitarie, affinché, come ha dichiarato il presidente dell’ANFOLS Francesco Giambrone, sovrintendente del Teatro Massimo di Palermo, «al momento della riapertura, tutti possano lavorare senza timori, garantendo la tutela non solo dei lavoratori ma anche degli spettatori». 

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