I conti in rosso della cultura in Germania

Un’agenzia governativa stima fino a 28 miliardi le perdite di fatturato delle industrie culturali e creative del paese 

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Ministero federale per le Attività Produttive
Il Ministero federale per le Attività Produttive

Chiusi da qualche settimana tutti i luoghi di spettacolo e per un periodo ancora indefinito, la Germania comincia a fare i conti del danno economico atteso all’industria della cultura. In un dettagliato rapporto pubblicato qualche giorno fa, il Kompetenzzentrums Kultur- und Kreativwirtschaft des Bundes stima fino a 28 miliardi di euro la perdita di fatturato complessiva settore culturale e creativo in Germania, ossia fra il 70% e l’80% del totale previsto per l’anno.

Cancellato Bayreuth causa coronavirus

Questo il più cupo dei tre scenari proposti nel rapporto che potrebbe materializzarsi se la chiusura di tutte le attività dovesse continuare a lungo. Gli altri due scenari, prevedono perdite per 9,5 miliardi di euro nell’eventualità che si raggiunga un picco nella crisi fra maggio e giugno e che l'economia si riprenda lentamente in seguito, e 14,7 miliardi di euro rispettivamente nel caso in cui si riprendesse a breve l’attività, un evento che pare piuttosto improbabile oggi.

Creato nel 2016 su iniziativa del Ministero per la Attività Produttive e per l’Energia del Governo federale tedesco, il Kompetenzzentrum ha l’obiettivo di contribuire a rendere più visibile la rilevanza delle industrie culturali e creative come settore economico indipendente e motore dell'innovazione. 

Il danno sarebbe ingente soprattutto nell’industria cinematografica con una perdita fino a 7,2 miliardi di euro, cioè circa il 71% del fatturato. Ingenti anche le perdite nell’industria musicale, nella quale le perdite potrebbero arrivare a 5,1 miliardi di euro, pari cioè al 59% del fatturato annuo. Anche per il mercato del libro la situazione non è rosea con una perdita prevista intorno ai 4,5 miliardi di euro, corrispondenti a circa il 34% del fatturato. Secondo il rapporto, il colpo all’occupazione sarebbe inevitabile e interesserebbe soprattutto i lavoratori autonomi nel mercato dell’arte e delle arti performative, per la quali si prevede una perdita fino al 75% del fatturato nello scenario peggiore. Secondo il rapporto, il settore culturale e creativo in Germania conta circa 260.000 aziende che impiegano circa 1,7 milioni di dipendenti per un prodotto di circa 170 miliardi di euro (dato del 2018). 

«In termini di impatto sulla società e sull’economia, la pandemia da coronavirus è unica nella storia della Repubblica Federale Tedesca», si afferma nel rapporto, «Ciò significa anche che le misure e i pacchetti di sostegno del passato, messi in atto a seguito di situazioni di crisi, possono essere confrontati con la situazione attuale solo in misura limitata». Il Kompetenzzentrum ha dichiarato di seguire con grande attenzione gli sviluppi e annunciato di rivedere le proprie previsioni sulla base dell’andamento della situazione nelle prossime settimane. 

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