Firenze riparte dalla Argerich

Una stagione ricca tra opere e concerti

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La tappa fiorentina della tournée di Marta Argerich (6 settembre), il concerto di Stefano Bollani con Zubin Mehta (8 settembre, in programma il “Concert champêtre” di Poulenc e la Sesta di Mahler) e sempre Mehta per la Terza di Mahler (10 settembre) aprono la stagione 2016/2017 dell'Opera di Firenze. Una stagione molto ricca e varia sul piano delle proposte, per contemperare esigenze diverse, la non facile ricerca di consenso fra il pubblico di sempre, e il tentativo di sfondamento in un pubblico nuovo con le sue attese. Ma qui troviamo cose che probabilmente attrarranno anche molti degli aficionados, e fra queste sicuramente è da registrare la trilogia del “Signore degli Anelli” con la proiezione del film e l'esecuzione dal vivo della colonna sonora di Howard Shore eseguita da Orchestra, Coro e Coro delle voci bianche del Maggio Musicale Fiorentino al Mandela Forum, che inizia il 4 novembre e prosegue nelle due tappe successive nei primi mesi del 2017. E così Firenze diventerebbe l'approdo italiano di un evento proposto a partire dal 2010 a New York, Parigi e altre grandi città a beneficio della vasta platea degli amanti delle saghe fantasy. Non nella stessa chiave ma per la stessa finalità di cercare un altro pubblico, per chiudere l'anno c'è il pop raffinato e cosmopolita di Mika con Mika-Sinfonia Pop il 30 e 31 dicembre. Sul fronte dell'opera il primo titolo è una “Semiramide” (dal 27 settembre) che ripropone un celebre spettacolo di Ronconi per il San Carlo qui ripreso da Marina Bianchi e Marie Lambert, con Jessica Pratt protagonista, l'autunno è dedicato alla lirica main stream con le riprese di “Nabucco” e “Bohème”, ma le proposte più rilevanti arrivano nel 2017: il “Faust” di Gounod nel celebre e celebrato allestimento del Covent Garden di David McVicar (dal 20 gennaio) che riambienta l'opera al tempo della guerra franco-prussiana, con Juraj Valčuha sul podio e come interpreti principali Wookyung Kim, Faust, Carmela Remigio, Margherita, Paul Gay, Mefistofele; un “Flauto Magico” nuovo (dal 23 marzo) coprodotto con la Fenice, che vede sul podio Roland Boer, molto piaciuto nel recente “Così fan tutte”, e lo spettacolo di Damiano Michieletto che viene a sostituire il “Flauto” fiorentino per eccellenza degli ultimi decenni, quello di Julie Taymour, nel cast segnaliamo almeno il Tamino di Juan Francisco Gatell . Ma in realtà l'offerta è molto più variegata e spazia da riprese di rarità o quasi donizettiane (in ottobre “Rosmunda d'Inghilterra” in forma di concerto con Jessica Pratt, più oltre “Le convenienze e inconvenienze teatrali”), alle rarissime “Cinesi” di Manuel Garcìa – proprio lui, il grande tenore che era anche compositore - alla rievocazione metastasiana della “Didone abbandonata” di Leonardo Vinci, all'opera e operina contemporanea seria e no (dal “Viaggio di Roberto” di Paolo Marzocchi ispirato a un episodio della Shoa, a un Frankestein targato Scuola di Musica di Fiesole), con molte cose dislocate al piccolo ma bellissimo Goldoni. Molto in quantità e molto diversificato, appoggiandosi sulle coproduzioni, sulla collaborazione con conservatorio e scuola di Fiesole, sull'attività dei giovani cantanti dell'Accademia presieduta da Gianni Tangucci. C'è non a caso un'aura di belcanto che spira in particolare a ottobre, con il concerti di Chris Merritt, Michael Spyres, Jessica Pratt con Shalva Mukeria. Sul versante sinfonico da segnalare almeno i concerti affidati a Borejko, Valčuha, Sardelli, Luisi, e il ritorno di Myung-Whun Chung, e il 24 aprile di nuovo Mehta per congiungere la stagione al Maggio n. 80, di cui qualche mese fa erano stati annunciate le opere, ossia “Idomeneo”, il “Don Carlo” versione in quattro atti di nuovo affidato a Mehta e “L'Histoire du Soldat” con la regìa di Alessandro Talevi, ma ancora niente di tutto ciò è presente sul sito.

E.T.

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