Cage a Treviso

Fino al 30 novembre

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Quattro matinée (Anna D'Errico; Emanuele Torquati; Peter Ablinger; Luca Ieracitano; Francesco Dillon), due conferenze (Rumore, alea e indeterminazione di Marco Lenzi e Storia delle risonanze di Nicola Buso), un convegno (RiSignificare gli spazi urbani), un workshop (Il suono preparato con Roberto Durante) e quattro concerti serali (Ensemble L'arsenale; Ensemble cantierezero; Christopher McIntyre, Marco Fusi, Roberto Durante, Simone Beneventi e Giorgio Klauer occasionalmente insieme per Cage) in una rassegna mensile a Treviso, fino al 30 novembre, decisamente articolata; dislocata in spazi anche non convenzionali (oltre al foyer del Teatro Comunale, l'ex Palazzo della Provincia e il Museo di Santa Caterina); organizzata attraverso feedback che con la musica attraversano il cinema (stimolante la riflessione sul Don Quijote di Orson Wells), l'architettura, la fotografia, la poesia (non trascurabile, ad esempio, il ricordo dal duecentenario dalla nascita di Robert Browning). «La formula alterna le matinée domenicali con gli appuntamenti serali del venerdì» ci informa Filippo Perocco, il compositore veneto in veste di organizzatore della rassegna, «John Cage, per ovvie ragioni, sarà il Leitmotiv, ma non sarà un Festival monografico. Quest'anno abbiamo avviato nuove collaborazioni con l'Ordine degli Architetti e il Cineforum Labirinto. In due occasioni parteciperemo come esecutori». L'arsenale è un ensemble nato nel 2005; dal 2009 organizza a Treviso il Festival di musica contemporanea Nuova Musica, che anche quest'anno (per la seconda volta dalla nascita) ha ricevuto il Grant in Aid della Siemens Foundation. «I nostri obiettivi» aggiunge sempre il M° Perocco «sono: dare visibilità alle prime esecuzioni; esplorare nuovi spazi di ascolto; proporre un ampio spettro della produzione contemporanea includendo anche eventi collaterali e confronti con altre discipline artistiche». «Il filo che lega quest'avventura al passato della Musica Nuova (Schoenberg e Webern, ma anche Boulez e Stockhausen, e naturalmente Debussy, Messiaën) è solidissimo: a suo tempo il passato era presente, e la musica che ci sembra sorpassata, consumata, irrimediabilmente vecchia, era nuova a suo tempo. Non bisognerebbe dimenticarlo mai» afferma Dino Villatico nella chiara presentazione del programma on.line Arsenale. Che aggiungere, dunque? "Prepararsi"!
(r.d.p.)

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