A Venezia l’orchestra dice no

L’Orchestra del Teatro La Fenice contesta il sovrintendente Colabianchi per la procedura seguita nella recente nomina del futuro direttore musicale del teatro, che non garantirebbe né l’immagine né la credibilità del teatro

SN

26 settembre 2025 • 4 minuti di lettura

Orchestra e Coro del Teatro La Fenice (Foto Michele Crosera)
Orchestra e Coro del Teatro La Fenice (Foto Michele Crosera)

Il personaggio, si sapeva, è divisivo. Ma quello che sta succedendo al Teatro La Fenice dopo la designazione di Beatrice Venezi a direttore musicale a partire dal 2026 rischia di avere conseguenze deleterie sull’attività del teatro. Sono oltre 5000 i commenti per lo più negativi sotto il laconico post nel quale veniva annunciata la nomina nel canale ufficiale Facebook del Teatro La Fenice. Ora però si aggiunge una lettera firmata da “Professoresse e Professori d'orchestra del Teatro La Fenice“, che annuncia una tempesta imminente. Nella lettera indirizzata al sovrintendente Nicola Colabianchi si contesta soprattutto il metodo seguito per la nomina e la mancata comunicazione a coloro con i quali la futura neo-direttore musicale dovrebbe collaborare: “Abbiamo appreso esclusivamente tramite la stampa della Sua decisione di nominare il Direttore Beatrice Venezi alla Direzione Musicale del Teatro — in palese contrasto con le Sue dichiarazioni pubbliche e con quanto da Lei riferito negli incontri con le rappresentanze sindacali. Si tratta di un atto che mina profondamente la fiducia che i professori d'orchestra avevano riposto nella Sua parola e nella Sua capacità di guida trasparente dell'Istituzione. Le scuse da Lei offerte in merito alle modalità della nomina risultano pertanto irricevibili.”

Non è bastata, dunque, la lunga comunicazione interna del sovrintendente ai dipendenti che giustificava l’inusuale e affrettata procedura con la quale si è giunti alla nomina, dovuta, secondo Colabianchi, all’escalation mediatica che ha accompagnato le voci sulla possibile nomina della Venezi: “La mia scelta è stata pertanto quella di agire per riprendere il controllo della situazione e per proteggere il Teatro da un dibattito esterno che non aveva nulla a che fare con la nostra missione. Non si è trattato di fretta ma del timore di continue e ripetute polemiche che avrebbero potuto interferire nel processo di scelta: si è trattato di un’iniziativa che ho ritenuto necessaria per evitare un sicuro danno maggiore”. Danno che, sempre secondo Colabianchi, riguarderebbe il timore di un calo nel numero di abbonati e “di consensi sui canali social”. Quasi a mettere le mani avanti, il sovrintendente aggiunge una rassicurazione che suona quasi come una sconfessione a Venezi, la cui nomina solo pochi giorni fa era stata “approvata all'unanimità dal Presidente della Fondazione, il Sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, e da tutti i consiglieri di indirizzo” secondo il comunicato ufficiale. Assicura, infatti, Colabianchi che Venezi “non inaugurerà la stagione 2026-27” ma che, secondo contratto, dirigerà “un grande evento [non specificato, NdR], tre concerti e due opere a stagione, ciò significa che la maggior parte delle nostre attività vedrà sul podio direttore di fama internazionale e di diverso orientamento stilistico.”

Rassicurazione che gli orchestrali respingono risolutamente, contestando anche il merito artistico del direttore musicale in pectore: “La nostra contrarietà alla nomina di Beatrice Venezi deriva esclusivamente dal profilo professionale del direttore musicale designato. – è scritto nella lettera – Il Direttore Venezi non ha mai diretto né un titolo d'opera né un concerto sinfonico pubblico in cartellone alla Fenice. Il suo curriculum non è minimamente paragonabile a quello delle grandi bacchette che, in passato, hanno ricoperto il molo di Direttore Musicale di questo Teatro. Venezi non ha mai diretto nei principali teatri d‘opera internazionali, né il suo nome compare nei cartelloni dei più importanti festival del panorama musicale mondiale. Dove si manifesta dunque il ‘talento internazionale’ che dovrebbe essere alla guida della Fenice? Quali prospettive di relazioni di alto profilo nel mondo musicale apre questa nomina?”

Alle ottimistiche parole di Colabianchi, secondo cui “Ogni scelta di forte discontinuità comporta una reazione iniziale. Il nostro obiettivo strategico, tuttavia, non è solo quello di conservare il pubblico esistente, ma di allargare la nostra base, di parlare a nuove generazioni. L’attenzione mediatica, anche quando controversa, se ben gestita si trasforma in curiosità”, l’orchestra risponde che “le conseguenze della Sua decisione sono già visibili: a sole ventiquattr'ore dall'annuncio si registrano disdette da parte di abbonati storici — un danno non solo economico per il Teatro, ma, soprattutto, d'immagine e di credibilità. Riteniamo inaccettabile sacrificare la fiducia di un pubblico fedele, costruita e mantenuta nel tempo anche attraverso difficoltà enormi, per una nomina che non garantisce né qualità artistica né prestigio internazionale” e ancora “Il nostro pubblico è il vanto della Fenice, così come lo sono il livello della sua Orchestra e la sua reputazione nel contesto internazionale. Con questa scelta, tali valori vengono messi seriamente in discussione.”

Segue quella che a tutti gli effetti è una sconfessione non solo della controversa nomina ma della guida del teatro, al timone da solo pochi mesi: “Alla luce di quanto accaduto, appare evidente che il rapporto di fiducia tra l’Orchestra e il Sovrintendente sia ormai irrimediabilmente compromesso. Non riusciamo a riconoscere in Lei la guida del nostro Teatro. Con senso di responsabilità nei confronti del pubblico e della tradizione della Fenice, chiediamo pubblicamente la revoca della nomina del Direttore Beatrice Venezi.”

Difficile immaginare un passo indietro dei principali protagonisti di questo stato di tensione in una delle realtà più virtuose del panorama lirico italiano. Si annuncia tempesta.