A Bonn riapre la Beethovenhalle
Dopo 9 anni di restauri, riapre la storica sala da concerto costruita negli anni della rinascita democratica della Germania del secondo dopoguerra
24 ottobre 2025 • 3 minuti di lettura
Il prossimo 16 dicembre, data probabile della nascita di Ludwig van Beethoven, la Beethovenhalle di Bonn inizierà la sua seconda vita: riaprirà i battenti un monumento significativo della storia tedesca del dopoguerra dopo nove anni di attenta e rispettosa ristrutturazione. Per il concerto inaugurale, la Beethoven Orchester di Bonn, sotto la direzione del suo direttore musicale generale Dirk Kaftan, ha scelto di eseguire la Sinfonia n. 2 in do minore “Resurrezione” di Gustav Mahler, in un gesto altamente simbolico. La Beethovenhalle di Bonn porta il segno del nuovo inizio della Germania democratica degli anni Cinquanta: un segno che il ristrutturato auditorium e la Beethoven Orchester vogliono rinnovare in una fase di divisioni sociali e crisi della democrazia. “La Beethovenhalle può tornare a essere ciò che è stata diventare, cioè una sala aperta a tutti – ha dichiarato Dirk Kaftan – una sala che riflette la diversità della società nella nostra meravigliosa città”.
La rinascita della sala, classificata come monumento storico, è stata resa possibile dal lavoro di 2189 artigiani provenienti da 22 paesi, che hanno lavorato per 375 aziende. La Beethovenhalle, con il suo suggestivo tetto curvo, i foyer luminosi, i pannelli storici alle pareti e la caratteristica struttura acustica del soffitto della Sala Grande, è stata costruita su progetto di Siegfried Wolske (1925-2005), allievo di Hans Scharoun, all’epoca in cui Bonn era la capitale della Germania federale. Fu inaugurata l'8 settembre 1959. Da allora è considerata un modello di eccellenza per le sale da concerto nello slancio del secondo dopoguerra e ha avuto un significato storico-musicale che va ben oltre Bonn stessa. Grazie ai lavori di ristrutturazione, la Sala Grande, che ha una capienza di 1.700 posti, è stata ottimizzata dal punto di vista acustico, tutti gli impianti tecnici sono stati rinnovati, le barriere architettoniche sono state abbattute per facilitare l’accessibilità e l’area d'ingresso e i terreni circostanti sono stati trasformati nel Parco Beethoven insieme all'area circostante che si affaccia sul Reno. L'ex Studio è stato trasformato in una nuova sala per musica da camera per circa 500 spettatori con pedane mobili che consentiranno di utilizzare la sala anche per altri eventi. La una nuova sala diventerà la sala prove per la Beethoven Orchester.
Per il concerto inaugurale del 16 dicembre diretto da Dirk Kaftan e intitolato “La lunga notte di Beethoven”, oltre alla Sinfonia “Resurrezione” di Mahler eseguita in coda alla serata, sono in programma l’Ouverture del balletto Le creature di Prometeo in do maggiore op. 43 di Ludwig van Beethoven, seguita dal Concerto per pianforte n. 4 in sol maggiore di Beethoven con Fabian Müller solista e una nuova composizione commissionata a Sara Glojnarić dalla Beethoven Orchester per l’occasione. Al concerto parteciperanno anche l’organista Cameron Carpenter, il soprano Katerina von Bennigsen, il mezzosoprano Gerhild Romberger e il Coro nazionale giovanile tedesco preparato da Anne Kohler. “Vogliamo mettere alla prova la sala, e non c'è quasi nessun’altra composizione che possa farlo in questo modo. – secondo Dirk Kaftan – C'è l'organo, abbiamo il Coro nazionale giovanile, ci sono le soliste e una partitura che richiede una delle più grandi orchestre della storia della musica: vogliamo usarla per far risuonare la sala in tutti i registri durante questa grande serata dedicata a Beethoven prima del giorno del suo battesimo”. Quanto alla nuova commissione a Sara Glojnarić, Kaftan ne parla come di “una giovane compositrice eccezionale con un grande potenziale”, aggiungendo: “In quanto città di Beethoven, vogliamo guardare al futuro e far vedere l’innovazione in un programma come questo”. La speranza, sempre secondo il direttore, è sfruttare appieno il potenziale della rinnovata sala per trasformarla “in una calamita, in un salotto che vive, prospera, respira e restituisce molto alla città”.