Il Comunale di Modena ha presentato domenica scorsa la sua nuova opera annuale dedicata ai giovani, coinvolgendo il compositore Lorenzo Ferrero che, assieme all'autore del libretto Giuseppe Di Leva, ha realizzato un'opera da camera in un atto titolata "Le piccole storie", affrontando un tema quanto mai delicato e attuale come la guerra. Misurata e discreta la formula scenica, valorizzata dalla musica efficace di Ferrero.

Celebrare i 150 anni di un teatro di tradizione con un progetto come "Miracolo a Milano" può apparire azzardato, ma anche temerario. Questo è quanto hanno fatto Daniele Abbado e Giorgio Battistelli, in un progetto articolato in una sorta di viaggio tra teatro Cavallerizza e Valli, tra prosa e teatro musicale. Non mancano – come in ogni vera sperimentazione – tratti problematici, ma nel complesso rimane un progetto denso e veramente contemporaneo.

Flash back, ricordi, documenti della vita del giudice Giovanni Falcone sono stati ricomposti da Franco Ripa di Meana in un'opera che non vuole celebrare ma ricordare dall'interno questo nostro dramma contemporaneo. La musica di Nicola Sani persegue lo stesso intento, attraverso suoni complessi che rimangono distanti e distaccati, anche quando cercano di lambire la sfera più emozionale e "femminile". Il pubblico ha premiato tutti.

Una "Traviata" che – più che riproporre un'immagine astratta di melodramma – ha presentato sul palcoscenico del Regio di Parma un'idea di "teatro" vero e proprio, seppur naturalmente "musicale".
La regia di Ernst e Herrmann ha segnato questa messa in scena attraverso un uso marcato della recitazione, dato che se ha influito un poco sulla resa del canto, non ha comunque impedito a Temirkanov di ritagliare oasi di grande e poetica ispirazione.

Una lettura densa e interessante quella proposta da Nekrosius per questa Valchiria "made in Lituania" e offerta in esclusiva dal Ravenna Festival. Scene oscure e complesse, a far da sfondo a cantanti efficacemente recitanti e solidi protagonisti di una maratona musicale ben diretta nel complesso da Kaspszyk. Il pubblico non esauriva il teatro, ma ha salutato con calore tutti gli artisti impegnati.

Per celebrare i quattrocento anni dell'"Orfeo" di Monteverdi la rassegna "Le Feste di Apollo" ha offerto una serie di appuntamenti – concerti e convegno – dedicati alla figura del mitico cantore, chiusa dall'esecuzione dell'"Orfeo ed Euridice" di Gluck, che ha visto impegnati I Barocchisti e il Coro della Radio Svizzera Italiana, guidati da Diego Fasolis al Teatro Farnese di Parma. Una esecuzione intensa, che ha raccolto gli applausi del pubblico

Ryuichi Sakamoto ha inaugurato l'edizione 2007 del festival delle arti contemporanee "Futuro Presente", ospitato al MART di Rovereto e quest'anno dedicato a Bernardo Bertolucci. E proprio attorno alle colonne sonore di alcuni suoi film è stato costruito un concerto per trio che ha subito alcune imprecisioni violinistiche. Tra i numerosi brani fuori programma, le celebri melodie di "Sheltering sky" e "1900" hanno appagato un pubblico numeroso.

Albertazzi propone contenuti che ci riportano all'oggi: zingari cacciati, rapimenti di minore, riferimenti espliciti ai disastri ecologici. La musica di Liberovoci si confronta con la tradizione operistica attraverso una miscela di generi e stili, muovendosi in un panorama saldamente tonale, inserendo oasi strumentali cariche di tensione comunicativa, e tessiture vocali giocate tra il canto lirico e melodie più libere. Applausi alla fine.

Di fronte alla sfrenata marea visionaria che Hugo De Ana ha liberato sul palcoscenico in occasione di questo nuovo allestimento della "Damnation de Faust", il pubblico del Regio parmigiano si è impegnato e alla fine – magari con qualche perplessità – ha applaudito. In linea con le scelte registiche i marcati personaggi, tutti volcalmente ben resi. Più lineare la direzione di Plasson.

L'"Orfeo ed Euridice" di Gluck nella visione di Graham Vick si trasforma in una sorta di quadro scenico essenziale e minimalista, immagine sublimata della "mitica" vicenda. Adeguato il dato musicale.

Dopo il debutto a Ravenna è arrivato a Piacenza il "Don Pasquale" che Riccardo Muti ha costruito attorno alla sua orchestra "Cherubini". Pensata dalla regia di Andrea De Rosa come un giuoco semplice e scoperto di teatro nel teatro, l'opera ha goduto di una lettura musicale attenta alle sottigliezze espressive. Sul palcoscenico Desderi navigato attore-maestro e i giovani cantanti attenti allievi. Grande festa alla fine.

Un inizio di stagione davvero inusuale quello del Teatro Regio di Parma, con un titolo rossiniano mai rappresentato in questo teatro e soprattutto con una regia non tradizionale. Una sorta di "Hollywood Party" rossiniano realizzato attraverso tecniche cinematografiche applicate dal vivo. Bravi i cantanti, che hanno retto la prova della telecamera. Dato musicale adeguato. Successo di pubblico alla fine.