Nuove prospettive per il Novecento italiano

Fiamma Nicolodi rilegge i primi cinquant’anni del Novecento in musica (il Saggiatore)

Fiamma Nicolodi, il Saggiatore, Novecento in Musica
Articolo
classica

Fiamma Nicolodi
Novecento in musica. Protagonisti, correnti, opere. I primi cinquant'anni
Milano, il Saggiatore 2018, 287 pp., 28 €

Con lo sguardo acuto e obliquo dello studioso che all’esperienza e al rigore metodologico unisce la consapevolezza di un inesausto riscontro in una prospettiva storica costantemente rinnovata, Fiamma Nicolodi raccoglie in questo volume una serie di scritti, pubblicati in varie sedi tra il 1999 e il 2016, «riletti adesso alla luce di nuovi contributi e aggiornamenti bibliografici», come annota la stessa autrice nella sua premessa al testo.

Una raccolta di saggi e articoli la cui varietà di approccio, diversificazione tematica e trasversalità di sguardo ci ha riportato alla mente un significativo passo – almeno per chi scrive – tratto da La musica dell’Ottocento, classico testo di Carl Dahlhaus degli anni Ottanta (pubblicato in Italia nel 1990 per i tipi de La Nuova Italia): «Chi scrive di storia della musica e tenta di ricostruire una porzione di passato nella sua realtà strutturale, estetica e sociale, invece di limitarsi a raccogliere opere eminenti in un museo immaginario, deve occuparsi oltre che della storia della composizione anche di quella della ricezione». Un riferimento che ci è parso di ritrovare idealmente tra le pieghe di queste pagine e che avvalora la sequenza di punti di vista raccolti in dieci contribuiti che si rivelano differenti per impostazione, tematiche e prospettive, ma accomunati da una lettura dialettica delle fonti e della loro contestualizzazione.

Fiamma Nicolodi, Novecento in Musica

Il percorso di lettura offerto dalla Nicolodi si apre con una disanima del Futurismo in musica che l’autrice compila facendo emergere le discrasie interne al movimento, ma soprattutto evidenziando i retaggi che le declinazioni dei Pratella e dei Russolo rispetto al movimento marinettiano hanno disseminato, a partire dalla prima metà del secolo scorso, in ambiti e autori anche apparentemente distanti. Con il successivo saggio titolato “Al tempo della Voce”, veniamo invece condotti nel clima espresso dalla critica musicale ospitata sulle pagine della rivista di Giuseppe Prezzolini e Giovanni Papini, in particolare attraverso le firme di Giannotto Bastianelli e di Ildebrando Pizzetti, autori il cui personale sguardo nei confronti del panorama loro contemporaneo ci restituisce vivaci spunti di decodifica della vita musicale italiana dei primi decenni del Novecento.

Scorrendo i diversi capitoli veniamo condotti in una ricognizione costantemente variata, ora dedicata a indagare la figura di Luigi Dallapiccola in rapporto alla “fortuna” italiana della Seconda Scuola di Vienna nel nostro Paese, ora impegnata a sondare di nuovo il rapporto tra creazione e ricezione attraverso alcune significative polemiche di compositori-critici – ancora Pizzetti, ma anche Alfredo Casella e Gian Francesco Malipiero – ora intenta a tratteggiare il profilo per molti aspetti unico e sui generis (con la sua dicotomia italo-tedesca) di un musicista come Ferruccio Busoni. Ricerche e approfondimenti capaci, tra l’altro, di restituirci la varietà della vita musicale di una Roma riletta attraverso i primi cinquant’anni del Novecento, le argomentazioni divergenti tra sostenitori e detrattori di un Goffredo Petrassi agli esordi, per finire con un denso ritratto dedicato a Gianandrea Gavazzeni recensore e saggista da un lato, e dall’altro con la ricostruzione dei rapporti tra i musicisti italiani e un compositore francese come Francis Poulenc.

Pagine che – come recita il sottotitolo dello stesso volume – ci regalano, con una rinnovata vitalità di indagine, l’essenza dei protagonisti, delle correnti e delle opere che hanno abitato i primi cinquant’anni del Novecento musicale italiano.

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